A Pogacar il primo round, ma il Tour è ancora lungo

A POGACAR IL PRIMO ROUND, MA IL TOUR È ANCORA LUNGO

Da quando è nato il ciclismo che il Galibier osserva il passaggio di eroi in bicicletta. Tra questi ora c’è Tadej Pogacar. E mentre ieri il Tour lasciava l’Italia, lo sloveno entra di diritto nella leggenda del monte sacro. E lo fa prendendo a schiaffi i suoi avversari.

Non è ancora il pugno del definitivo k.o. ma ci si avvicina di molto. Tadej Pogacar è già il padrone del Tour de France e può contare su una squadra superiore alle altre.

A sentire più di tutti il colpo dell’uomo solo al comando è Jonas Vingegaard. Il danese resta tramortito ma in piedi. Tadej scatta a 828 metri dal colle che fu di Pantani e prima ancora di Coppi e Bartali.

E dopo aver toccato il cielo sul punto più alto della cima nobile, Tadej scende giù in una folle discesa, pennellando ogni curva fino al traguardo.

È lì che ha scavato il vantaggio maggiore, nonostante un po’ di prudenza iniziale per il fondo bagnato. Poi alla fine se l’è goduta anche a parole: «Era una tappa da sogno. Questa vittoria mi dà molta fiducia: sapevo che avrei potuto farcela, ma in questo modo è speciale».

Il Galibier è certamente una delle montagne meglio predisposte a sciogliere ogni dubbio. Capire se il re dell’ultimo Giro d’Italia può spodestare Jonas Vingegaard e tornare sul trono del Tour. Oltre a centrare maglia gialla e rosa nella stessa stagione e che manca dal leggendario Pantani del 1998.

Intanto sul Galibier lo sloveno realizza il record di 50’47’’ e che gli ha permesso all’arrivo di indossare di nuovo la maglia gialla. Stavolta però con tutt’altro spirito rispetto a Bologna appena tre giorni fa. Sul San Luca Vingegaard gli aveva messo la museruola. Stavolta, su una distanza più lunga, ha perso terreno e secondi.

C’è da dire che gli uomini Visma erano meno presenti rispetto a quelli della Uae. Vedi Ayuso e Almeida, bravi a tirare al limite per il loro capitano fino al momento dell’attacco. Dal canto suo Jonas ha resistito nei primi 400 metri per poi cedere giusto otto secondi in cima. Il tutto mentre l’ormai ex maglia gialla Carapaz era alle prese di un lungo naufragio. E se in discesa la media del danese è stata di 62 km/h, la bici dello sloveno ha segnato 63,7 con un picco di 90km/h.

Alla fine, tra abbuoni e piazzamenti, la nuova maglia gialla guadagna 50 secondi sul rivale ora 3° in classifica generale. Ad occupare il secondo posto c’è Remco Evenepoel. Dopo una discesa non perfetta il belga rientra su Vingegaard Ayuso, Roglic e Carlos Rodriguez.

«È stata una delle cinque mie migliori vittorie, ma non so se alla fine del Tour avrò la stessa opinione – ammette Pogacar -. Tutto può cambiare: un giorno può essere favorevole per me e uno per Vingegaard. Ho visto un Jonas in gran forma, però la distanza in classifica è ottima». La maglia gialla parla poi del lavoro svolto dai suoi uomini.

«Per stare davanti come squadra servono grandi palle. Abbiamo dimostrato di essere uno dei migliori team. Non è che noi tiriamo per stancare chi è dietro. È che ora godo di una condizione fisica ottimale e si vede.», ha aggiunto Pogacar.

«Qui sul Monginevro e Sestriere sono praticamente di casa. Sul Galibier ho guadagnato secondi di abbuono importanti. A causa del forte vento non volevo partire troppo presto, così ho aspettato l’ultimo chilometro per attaccare. In discesa la strada era bagnata e mi sono spaventato un po’, ma l’ho gestita bene.».

Riguardo alla vicenda del portoghese Almeida che ha mandato platealmente a quel paese Ayuso, “colpevole” di negarsi in testa al gruppo dice. «Su una bici non puoi dire “ti amo” João non era arrabbiato, è stato un grande».

A Pogacar bastava capire se Vingegaard era vulnerabile. Avuta la prima risposta, Tadej ha messo alla prova la resistenza di Jonas ed è rimasto solo al comando. Esattamente quello che voleva. Chi può inserirsi nel braccio di ferro tra lo sloveno e il danese è Evenepoel.

Il Tour ha già detto molto, ma la strada che porta ai Pirenei e di nuovo alle Alpi è lunghissima. Tutto può ancora accadere. A questo Tour Pogacar ha ancora molto per continuare ad entusiasmare il pubblico. Intanto il primo round è suo.

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