LA RIVINCITA DI JOKER, FINALMENTE VENDRAME
Seduto sull’asfalto bagnato, sembra quasi che Andrea Vendrame non si accorga di nulla. Il trevigiano è accerchiato da fotografi, giornalisti e addetti allo staff del Giro. Prima si piega sulla bicicletta, poco dopo va a terra e piange. L’atleta di Conegliano è rapito da un mix di emozione e felicità che lo porta a isolarsi da tutto il resto.
«Al Giro d’Italia non vincevo dalla tappa di Bagno di Romagna 2021, il successo mi mancava da quasi lo stesso tempo – spiega Vendrame -. Ci ero andato vicino tante volte. Negli ultimi tre anni ho perso il conto sui vari piazzamenti alle gare, molti dei quali tra i primi dieci. Un fatto che di certo mi ha provocato amarezza e tanta delusione».
In effetti il trevigiano dal 2021 è finito ben 36 volte nella top-ten senza mai vincere. «Questa tappa l’avevo in mente già da inizio Giro – ammette il 29enne di Santa Lucia di Piave -. Sapevo che la prima cosa da fare era provare ad entrare nella fuga giusta».
E così l’azione nasce dopo pochi chilometri dal via. La fase decisiva comincia nella discesa bagnata della Sella Valcalda. Sotto la pioggia uomini del calibro di Alaphilippe, Narvaez, Steinhauser e Sanchez si staccano. « È vero, ci ho messo un pizzico di follia». Nel finale, oramai solo al comando, transita indisturbato per la Carnia Arena, l’anello del biathlon.
In carriera Vendrame ne ha passate di tutti i colori. Nel 2016 una macchina lo mise sotto durante un allenamento. Dopo aver sfondato con la faccia il vetro dell’auto, per lui furono necessari interventi chirurgici e 110 punti di sutura. Andrea si fece crescere la barba per rendere meno evidenti le cicatrici. Il soprannome Joker, senza dimenticare la passione per il film di Batman, proviene da questo tragico episodio.
A dicembre 2020 un automobilista lo strinse contro il guardrail e dopo essere sceso dal mezzo, gli diede un cazzotto al viso. Il successo fa brillare ancora di più il Giro della Decathlon-Ag2r. Il team francese è ora in testa al ranking delle squadre, grazie a 2 centri di tappa più il 4° posto di O’Connor. «Sono cambiate tante cose, a cominciare dai materiali e dallo spirito che c’è nel team. Quanto a me, ora mi sono sbloccato e non voglio più fermarmi».
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