«Capisco e giustifico chi è perplesso sulle mie prestazioni: sto andando davvero fortissimo. Essere scettici è importante: impedisce che il ciclismo ricada negli errori del passato. Abbiate dubbi pure su di me».
Sono le parole pronunciate da Jonas Vingegaard sabato scorso in conferenza stampa. Proviamo ad analizzare la prestazione a cronometro del campione danese, e comprendere in dettaglio alcuni aspetti tecnici.
Il fatto che Jonas sia andato oltre i limiti circoscritti dai fisiologi, è un dato certo. Pertanto, è bene spostare l’attenzione su questioni tecniche.
Giusta la scelta della Jumbo Visma di far correre la cronometro alla maglia gialla, con una bici da triathlon anche in salita?
Visto il risultato sì! Tuttavia, resta un mistero da capire. Come è riuscito il danese ad infliggere un distacco così enorme al suo rivale? Le prime due settimane del Tour, Pogacar, ha espresso in montagna gli stessi watt di Vingegaard!!
La scelta del cambio di bici dello sloveno ai piedi della salita, è da considerarsi un errore?
Osservando la differenza tra, il tempo perso durante il cambio del mezzo e il rendimento in salita, la cosa non ha molta rilevanza. Questo perché Vingegaard è andato più veloce di 4,5km/h.
Sul percorso di 22 km, i tecnici hanno previsto una media non superiore ai 39 km/h. Velocità stabilita da Pogacar. Vingegaard però, realizza 41,2 km orari!!
Ai microfoni tv, la maglia gialla ha cercato di giustificare una prestazione “imbarazzante”. Tanto da far rischiare l’esclusione per fuori tempo massimo dieci colleghi. Uno in particolare, Alexis Renard, è stato addirittura graziato dai giudici.
«Nel primo tratto guardavo il computer e pensavo fosse rotto – afferma -, dall’ammiraglia non mi dicevano nulla».
Forse la spiegazione migliore, arriva dal suo compagno di squadra Van Aert!! «Jonas ha fatto qualcosa di impossibile: felice di essere il primo degli umani».
Se a pronunciare questa frase è uno dei migliori fuoriclasse in circolazione, l’unico dubbio è: ci troviamo dinanzi ad un super uomo o extraterrestre.
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