Il Giro deve essere sempre onorato. Bisogna portare rispetto a una corsa che rappresenta un pezzo importante per la storia d’Italia. La scelta dei corridori di accorciare la tappa regina per mal tempo, risultato poi inesistente, non può essere giustificato.
Vero che a fare la corsa sono i corridori, ma l’organizzazione del Giro d’Italia, non può e non deve piegarsi a richieste azzardate. Prima di prendere una decisone seria, sarebbe opportuno studiare a fondo la situazione e raccogliere maggiori informazioni possibili.
Riguardo il meteo, esiste un algoritmo creato apposta per azzeccare le previsioni in tempo reale. Accade in F1 quando bisogna scegliere le gomme da usare in pista. Pertanto, è giusto che qualcuno si assuma la responsabilità e chiarisca al pubblico ciò che è accaduto.
Per i scaramantici la 13° tappa non si sarebbe dovuta correre di venerdì. Fatto sta che da quasi 200 si è scesi a 74 chilometri. Il “km 0” è stato a Le Chable, all’imbocco della Croix de Coeur.
Al via, sin dai primi metri di gara, i corridori spingono a tutta in modo violento. Croix de Coeur è una delle salite più dure del Giro. I primi 8 km sono al 7,9% di pendenza media. Poi negli ultimi 7,5 le pendenze sono toste.
Dopo Verbier infatti, si entra nel bosco con la strada che impenna al 12%. Lo scenario cambia a pochi km dalla vetta, quando non ci sono più alberi e si è esposti al vento. Da qui, gli ultimi 4 km sono al 10,3% con punte del 13%.
Davanti si forma un drappello composto da Jefferson Cepeda (EF), Thibaut Pinot (FDJ). Derek Gee (Israel) e Rubio (Movistar). I quattro conducono la corsa con un vantaggio sopra i due minuti dal gruppo maglia rosa.
Di certo è una semitappa inedita perché completamente svizzera. Inedita anche l’ascesa finale a Crans Montana, 13 km al 7,2%. Davanti restano in tre: Pinot, Cepeda e Rubio. Nel frattempo in gruppo, forte dei migliori uomini di classifica, prova a sorprendere Damiano Caruso.
A giocarsi la tappa accorciata, numero 13, sono in tre. Vince Rubio, davanti a Pinot e Cepeda. Il colombiano, durante la salita ha fatto credere di essere in difficoltà. Ma così non è stato. Chi perde la corsa è Pinot. Il francese, ha tentato un assolo scattando più volte sull’ultima asperità, ma senza successo. In classifica generale, ci si attendeva uno stravolgimento, anche se alla fine non è accaduto niente.
“Oggi è stata una giornata fantastica – afferma Rubio -. Ho preparato molto bene il Giro ed ero in ottima condizione. L’ultima salita sapevo che Pinot e Cepeda erano forti, perciò li ho lasciati fare. Ma in cuor mio sentivo di poterli sorprendere. E così è stato. Questa vittoria la cercavo da un sacco di tempo. Vivo a Benevento. L’Italia è la mia seconda casa. Dedico questa vittoria alla mia fidanzata”.
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Incredibile, sono disgustato!!