Napoli festa infinita

A Napoli è ancora festa. Di fronte a tanta emozione, ci si chiede quando finirà. La moltiplicazione della gioia da uno stadio all’altro prosegue. Dai Quartieri a via Toledo, dalla Sanità al Maradona.

Il Maradona aveva lasciato i campioni con la parola “aspiranti”. Ora li ritrova sul tetto d’Italia. La festa comincia presto, prestissimo. C’è un’impazienza di vivere ogni secondo di questi giorni da raccontare. Allo stadio almeno il 70 per cento degli spettatori è vestito d’azzurro. Forse di più. Il match contro la Fiorentina è particolare: stavolta il protagonista è il tifo in festa.

L’atlante dello scudetto è grande. Victor Osimhen, indossa una bandana tricolore. Il cannoniere venuto dalla Nigeria è quello più a suo agio. E non solo dentro ma pure fuori dal campo. Il tributo maggiore l’ha ricevuto Spalletti, la gente vuole che l’allenatore resti.

La partita termina 1-0 per il Napoli. Si comincia subito a ballare. Un personaggio, solo apparentemente comparsa, si prende la scena. Ha in mano il cartellone elettronico che in genere si usa per indicare il tempo di recupero. C’è scritto: 3. Ma il recupero non c’entra niente. Il magazziniere Tommaso Starace esibisce quel numero. Per lui ha un senso forse più grande per tutti gli altri.

Starace c’era già ai tempi di Diego Maradona e c’è ancora oggi. Lo spiega lui stesso quando più tardi arriva sul palco e manda quasi in tilt l’applausometro. Soltanto l’arrivo di Spalletti lo supererà. All’insegna di un desiderio di prendersi il futuro, sognando persino sulla Champions che verrà.

Quando tocca al capitano Giovanni Di Lorenzo si scopre l’ennesima novità: una maglia personalizzata per ognuno dei calciatori con le loro foto impresse quattro volte. Sulla piattaforma colorata d’azzurro tricolore con la N di Napoli si scatena la pazza di gioia e di balli. Lo stadio si riempie di fuochi d’artificio al suono di “We are the Champions”, apripista del “sole mio” e come sempre Forza Napoli.

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