Dopo il Fiandre e la Liegi, Tadej Pogacar vince pure l’Amstel Gold Race, di 253 chilometri. Lo sloveno oggi ha dato prova di essere un campione completo. Madre Natura lo ha dotato di qualità uniche, che solo pochi corridori hanno mostrato di avere. In questo momento non c’è dubbio, Pogacar è il numero uno del ciclismo mondiale. Vingegaard ed Evenepoel, nei grandi giri, o persino tra Liegi e Lombardia, potranno contrastarlo. Ma sul pavé del Fiandre, sui sali e scendi delle Ardenne, no. Tadej è unico.
È un’Amstel Gold Race orfana di Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert. Forse per Tadej Pogacar è stato un vantaggio. Di certo allo sloveno non sono mancati i due rivali, che gli avrebbero potuto dare del filo da torcere.
Van der Poel e Van Aert sanno far “saltare” la gara a 100 chilometri dall’arrivo. Tuttavia oggi ci ha pensato Pogacar a rompere gli schemi in largo anticipo. Su un percorso non facile come quello dell’Amstel, Tadej, si è mosso a 90 chilometri dal traguardo.
Il tipo di tracciato, non favorisce azioni eroiche. Vedi le salite che richiedono sforzi brevi, fatti ad alta velocità, dove non è facile, resistere. Ma Pogacar non è nuovo ad azioni del genere. Lo sloveno ha vinto quindici giorni fa il Fiandre, dove sforzi brevi e intensi sono una routine.
Diversi corridori sono andati all’attacco insieme allo sloveno. Tra loro Thomas Pidcock e Magnus Sheffield (Ineos-Grenadiers). Gianni Veermersch (Alpecin-Deceuninck), Ben Healy (EF Education-EasyPost), Lars Van den Berg e Kevin Geniets (Groupama-FDJ). Axel Zingle (Cofidis), Alexey Lutsenko (Astana), Andreas Kron (Lotto Dstny) e Stan Van Tricht (Soudal-Quick Step).
Bello vedere la determinazione di Tadej che non teme di mettersi in gioco anche nelle Ardenne. Dopo l’Amstel ora c’è la Freccia Vallone. Se lo sloveno deciderà di essere al via, sarà una gara fatta su misura per lui.
Alla Liegi invece manca ancora una settimana. Tadej però l’ha già vinta, dimostrando quanto possa essere veloce il suo spunto dopo una gara così dura. Con la classica di oggi, Pogacar conta in bacheca già quattro Monumenti su cinque.
Ora gli mancano Sanremo e Roubaix. Il fuoriclasse della UAE Emirates, è così vicino a una potenziale cinquina più di quanto non sia Van der Poel. Per l’olandese, conquistare Liegi e Lombardia, sarà molto complicato dato che non è uno scalatore. Al contrario, non è fantaciclismo pensare a Pogacar vincitore della Parigi Roubaix.
“Non mi aspettavo che saremmo andati in fuga così presto – afferma Pogacar ai microfoni tv –. Poco dopo ho forato la ruota posteriore. Il cambio bici è stato un momento difficile, perché avvenuto durante la salita. L’ammiraglia tra l’latro era posizionata lontana. Non è stato quindi facile rientrare nel gruppetto davanti. Infine, sul Keutenberg ho provato l’allungo e ho fatto il vuoto. Gli ultimi chilometri sono stati una cronometro individuale verso il traguardo. Qualche giorno fa, Van der Poel mi aveva scritto di attaccare proprio in quel punto. Ora posso dire che aveva ragione”.
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