La diciassettesima frazione del Tour de France, seconda tappa pirenaica, come sempre è caratterizzata dal ritmo gara elevato. La media generale del gruppo ad oggi infatti, è di 42,286 km/h. I corridori, 146 superstiti tra caldo infernale e Covid, hanno cavalcato dapprima il Col d’Aspin: 12 km al 6,5%.
Una salita presente negli annali della Grande Boucle, da 112 anni. Sin dal 1910 col Tourmalet, Aubisque e Peyresourde. Montagne che componevano il “Giro della Morte”, del leggendario grido disperato di Octave Lapize. Il francese cui ebbe l’onore di vincere le due prime tappe pirenaiche della storia al Tour.
Tuttavia, il corridore transalpino, non apprezzò la scelta del percorso fatta dagli organizzatori, finendo così per urlargli contro: «Assassini! Assassini». Mentre nel 1950, un certo Gino Bartali al comando con Robic sull’Aspin, venne buttato giù per terra dal pubblico.
Ginettaccio a sua volta, spinse Robic. Allora i tifosi, infuriati, presero il toscano a calci e pugni. Nella zuffa, si vide persino spuntare un coltello. Bartali vinse, ma per protesta si ritirò, trascinando con sé il resto degli italiani. Tra questi, Magni in maglia gialla.
Dopo l’Aspin, Hourquette d’Ancizan e Col de Val Louron-Azet, ecco l’ascesa finale di Peyragudes, dove nel 2017 Aru indossò la maglia gialla. Negli ultimi 8km, con pendenza al 7,8% e punta del 16%, al comando di una tappa breve di 129km, ci sono tre uomini.
McNulty, Pogacar (Team Uae-Emirates) e Vingegaard (Jumbo-Visma). A 1’26” seguono Thomas e Bardet. A 3’00” ci sono Quintana, Mas e Gaudu. All’ultimo km la situazione vede McNulty, Pogacar e Vingegaard con 1’37” su Thomas, 1’55” da Bardet e 3’18” sul gruppetto di Quintana e Gaudu.
La fase conclusiva è un confronto a pari forze tra lo sloveno e il danese. Ma Pogacar fa emergere tutta la sua classe e va a prendersi la terza tappa di questo Tour. Vingegaard giunge in piazza d’onore, ma senza perdere secondi. Chiude il podio un ottimo McNulty, distanziato di 32″. Lo statunitense oggi, si è rilevato un gregario prezioso per lo sloveno.
Domani, niente Tourmalet ma lo storico Aubisque e il Col de Spandelles, prima dell’impennata verticale verso Hautacam. La montagna che sovrasta Lourdes, dove nel 2014, si vide il miglior Vincenzo Nibali di sempre, dominatore in giallo.
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