Era il 14 aprile 2019, quando Philippe Gilbert vinse l’ultima Roubaix disputata in primavera. L’ultima Classica Monumento prima di arrivare ad oggi, tra lockdown (causa Covid) e guerra in corso. L’anno scorso ci siamo divertiti, e non poco. La Roubaix è stata una delle corse in cui gli italiani hanno fatto impazzire il pubblico tricolore con Sonny Colbrelli e Gianni Moscon.
Appena tre anni fa, Tadej Pogacar e Filippo Ganna non avevano mai partecipato a un grande giro. Wout van Aert e Mathieu Van der Poel erano a quota zero nei Monumenti, così come Julian Alaphilippe nei Mondiali. Mentre Chris Froome in maglia rosa fu protagonista al Giro d’Italia, quando non era ancora infortunato.
Adesso la Regina delle Classiche ha ritrovato il proprio posto – solo spostata di una domenica per le elezioni presidenziali francesi – dopo l’indimenticabile edizione autunnale dello scorso anno, vinta dal nostro Sonny Colbrelli.
Durante la corsa quando mancano 60 km alla fine, Filippo Ganna perde contatto dal gruppo dei migliori. Peccato perché l’Italia del ciclismo sperava in Filippo Ganna. Come dimenticare quella Roubaix 2014 da juniores, con la maglia della Nazionale, quando andò in fuga tutto solo e fu raggiunto a soli dieci chilometri dall’arrivo. O quando nel 2016 il piemontese da Under 23 vinse la Roubaix con il Team Colpack.
Ed è nella curva che ha consegnato ieri la vittoria a Elisa Longo Borghini che si accende la gara. Ai meno 18 km dall’arrivo, in particolare sul tratto in pietra “Champin en Pévèle” di 1800 metri. Jasper Stuyven fora, più avanti Van Baarle allunga ma Mohoric e lì. Poco dietro reagiscono Kung e Van Aert.
Devriendt intanto si stacca, mentre Van Baarle prova a prendere qualche metro di vantaggio. All’uscita dal settore di pavé si forma un terzetto con Van Baarle, Lampaert e Mohoric. Da sottolineare la lucidità dello sloveno. Il fresco vincitore della Milano Sanremo, all’attacco da tanti chilometri, è sempre lucido.
Al Carrefour de l’Arbre, ultimo settore in pavé con difficoltà massima, Turner finisce a terra. Van Baarle aumenta il suo vantaggio su Van Aert. L’olandese Van der Poel riprende Stuyven e prova a tornare su Van Aert. Nel frattempo Mohoric e Lampaert non mollano e provano a tornare su Van Baarle, tuttavia tra i due non c’è accordo.
Van Baarle va, gli ultimi cinque chilometri sono una passerella per l’olandese del Team Ineos. Dietro Lampaert tocca il braccio di uno spettatore e vola a terra. Per fortuna il belga, si rialza e riprende la corsa. Alle spalle di Van Baarle si forma un quartetto con Mohoric da Van Aert, Kung e Devriendt.
Il velodromo di Roubaix sorride all’olandese che vince la sua prima Classica Monumento della carriera dopo lo splendido secondo posto del Giro delle Fiandre. Piazza d’onore per Van Aert che rientra su Kung, terzo. Quarto Devriendt e quinto uno straordinario Mohoric.
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