Da nonno a nipote: la dinastia dei Van der Poel

«Non sposerò mai un ciclista. Ho visto mamma Gisele restare da sola a casa troppo spesso». Così giurò Corinne Poulidor, figlia di Raymond e madre di Mathieu, prima di conoscere Adrie Van der Poel.

Quando un bel giorno, mentre la figlia di Poupou si trovava in vacanza ai Caraibi, incontra Adrie: fu amore a prima vista e l’inizio della storia di una famiglia speciale. Cacciatore di classiche, Van der Poel padre è stato professionista dal 1981 al 2000. Tra i suoi successi spiccano Fiandre 1986, Liegi 1988, Amstel, due tappe al Tour. Nel 1996 è stato iridato di cross: l’anno dopo vinse pure la Coppa del Mondo. 

Alla nascita di Mathieu, già alle prime corse in bici, nonno Poulidor, il più amato dai francesi, aveva capito che il nipote sarebbe stato un vincitore. “Se vede un ostacolo non si allontana – affermava Poupou – ma ci corre incontro. Sarà migliore sia di me, sia del papà”.

D’altronde, come venne fatto notare in un articolo di Pierre Carrey per Liberation, Mathieu non è francese. Perciò, nessuno gli chiederà mai di vincere il Tour de France. E neppure è belga, quindi non è condannato ad inseguire il fantasma di Eddy Merckx. La fortuna di Mathieu è proprio la sua famiglia. 

Le vittorie di nonno Raymond Poulidor, a cavallo degli anni ’60 e ’70 sono molteplici. La Sanremo del 1961, la Vuelta 1964, una Freccia Vallone e 7 tappe del Tour, in cui è stato 3 volte 2° e 5 terzo senza mai indossare il giallo in 14 partecipazioni. 

Dopo la sua morte nel 2019, il nipote si è reso protagonista di gesti d’amore verso il nonno. Come quando indossò la maglia giallo-viola che richiamava quella della Mercier, la squadra di Poulidor, affermandone la continuità. 

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