Per la prima volta, la Milano-Sanremo è partita dal velodromo Vigorelli, la pista magica di via Arona che ha segnato un’epoca. Costruito nel ’35, il “Vigo” ha ospitato 4 Mondiali su pista e 150 primati, con sei record dell’Ora, tra cui quello di Fausto Coppi nel 1942. Inoltre, qui ci sono stati ben 23 arrivi finali del Giro d’Italia.
Mezz’ora dopo il via, dopo neanche 15 km di gara, otto uomini si portano al comando. Si tratta di Yevgeniy Gidich, Artyom Zakharov (Astana Qazaqstan Team), Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF-Faizanè), Filippo Tagliani (Drone Hopper – Androni Giocattoli) Ricardo Alejandro Zurita (Drone Hopper – Androni Giocattoli), Diego Pablo Sevilla, Samuele Rivi (EOLO-Kometa) e Filippo Conca (Lotto Soudal).
Ed è a San Lorenzo al Mare che inizia la vera Sanremo. A 27 km all’arrivo comincia la Cipressa. All’imbocco della prima salita “simbolo”, la Uae Emirates di Pogacar e la Jumbo Visma di Van Aert, si portano in testa impostando un ritmo elevato.
La Sanremo è anche sinonimo di imprevedibilità: Peter Sagan, costretto a cambiare bici a causa di un problema meccanico, affronta la Cipressa staccato dal gruppo. Per lo slovacco, che da tempo cerca un successo alla Classicissima di primavera, non c’è stato più niente da fare.
Intanto davanti, Rivi e Tonelli, unici contrattaccanti rimasti in testa alla corsa, vengono raggiunti poco prima dell’attacco sul Poggio. E su questa salita che Van Aert e Van Der Poel per primi, resistono agli attacchi di Pogacar. Tadej dà spettacolo prendendo la Cipressa come se l’arrivo fosse in cima. Un’azione che tenta di imitare Pantani del 1999, quando il Pirata scattò al tornante a sinistra prima del punto duro.
L’accelerazione violenta di Pogacar, come preannunciato, accende la Sanremo sulla Cipressa, con cambi di ritmo. Lo sloveno fa male alle gambe degli avversari, purtroppo per lui, non riesce a trovare l’assolo vincente, stile Vincenzo Nibali- Sanremo 2018.
Ma è in discesa che un acrobatico Matej Mohorič si getta senza freni verso Via Roma. Il corridore della Bahrain Merida guadagna cinque secondi dal gruppo. Lo sloveno resiste, mentre dietro di lui gli immediati inseguitori non riescono a trovare un accordo. All’ultima curva Matej sbaglia persino traiettoria e per un attimo gli cade la catena dalla bici. Per sua fortuna il problema meccanico si risolve nel giro di due pedalate.
Via Roma è sua, con un numero straordinario Mohorič vince la Milano-Sanremo. Alle sue spalle giunge in piazza d’onore Anthony Turgis. Chiude il podio Van der Poel: l’olandese non correva dal 3 ottobre ed è tornato per la prima volta in corsa dopo diversi problemi alla schiena.
“La Milano-Sanremo era il mio obiettivo da inizio anno – le parole del vincitore che prosegue -. La squadra ha voluto addirittura che mi preparassi con la bici gravel. Dopo la caduta alle Strade Bianche la mia partecipazione oggi era incerta, per via di un dolore al ginocchio. Tuttavia in gara c’ero, resistendo in salita al passo dei più forti, e infine con un numero assai rischioso in discesa, sono andato a vincere”.
A questa Milano-Sanremo Mohorič ha utilizzato un accessorio che potrebbe avergli garantito la vittoria: il reggisella telescopico.
Non a caso, lo sloveno indica l’oggetto in questione due volte mentre taglia il traguardo. Un po’ come a sottolineare che sia stato proprio quel componente l’artefice del suo successo. Sarà vero?
Ancora una volta, forse, i dettagli e i marginal gain, potrebbero aver fatto la differenza.
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