Il ciclismo è uno sport dove spesso sono le sensazioni a comandare sul corpo: i ciclisti sanno bene quando le proprie gambe vanno in difficoltà a causa di un ritmo elevato.
Tuttavia, bisogna cercare di capire fino a che punto le articolazioni sono in grado di rispondere a situazioni di stress. In particolare nei tratti in salita dove lo sforzo fisico è maggiore, tanto da procurare all’atleta il c.d. “bruciore”. Meglio conosciuto come acido lattico.
Cos’è l’acido lattico?
È un composto chimico prodotto dalla scomposizione del glucosio e che si ossida nel momento di un’intensità fisica elevata. L’acido lattico quindi, si accumula nei muscoli. In condizioni normali il corpo tende a riadattarlo, evitando così di creare problemi. I guai iniziano quando l’organismo non lo smaltisce, causando nei muscoli bruciore e affaticamento.
In che modo influisce sui ciclisti?
Il nome di acido deriva dal fatto che esiste un’acidificazione delle fibre muscolari. Gli enzimi impegnati a scomporre il glucosio, provocano dunque una interruzione di energia e con esso il lavoro svolto dal muscolo.
In condizioni normali, l’acido lattico si rompe, generando il lattato e che a sua volta viene usato dal corpo come energia. Questo processo non causa affaticamento, ma è l’aumento dell’acidità nei muscoli che lo provoca. Pertanto, nel massimo sforzo oltre a rallentare la corsa, in alcuni casi si possono incontrare sintomi più gravi tipo nausea, debolezza o crampi.
Come rimuovere il lattato?
Ultimamente si vedono molti ciclisti di professione salire sui rulli dopo aver concluso una tappa al Giro d’Italia o Tour De France. Qualcuno magari potrebbe pensare che si tratti di una sciocchezza. In realtà, quello che i corridori fanno, è rimuovere il lattato dalle gambe.
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