Assente per infortunio andava in bici, assolto

Forlì – Con assoluzione piena si è conclusa la vicenda di un manager 39enne forlivese, finito nei guai per truffa aggravata. L’ipotesi è stata di reato nei confronti della sua ex azienda e dell’Inail. La pubblica accusa infatti, ne aveva chiesto il rinvio a giudizio. Tuttavia il gup Monica Galassi, al termine dell’udienza preliminare ha scagionato l’uomo, difeso dall’avvocato Giovanni Principato. I problemi fisici per il manager erano iniziati nell’estate 2018, quando il 39enne, mentre si stava recando a lavoro, si è procurato un trauma contusivo alla spalla con lesioni al tendine. Il giovane dirigente è finito così sotto infortunio dal 22 giugno al 30 agosto dello scorso anno. L’alto funzionario però ha una passione per la bicicletta.

Nonostante fosse ufficialmente infortunato, inizia lo stesso a macinare chilometri sulle colline di casa. Ma in azienda qualcuno racconta della vicenda. Come se non bastasse, il manager ci mette pure del suo, cominciando a pubblicare i risultati delle sue escursioni attraverso Strava. Ovvero un’App assai in voga tra gli sportivi, nonché amanti della corsa a piedi e della bicicletta. Una volta scaricata l’App infatti, Strava consente di condividere le proprie prestazioni sportive.

E nel caso dei ciclisti, tale applicazione si aggancia sul manubrio della bicicletta, tracciando quindi in modo automatico il percorso appena svolto. Una volta che ci si connette ai social, la propria attività viene resa visibile al pubblico. Compreso agli occhi dell’investigatore privato ingaggiato dall’azienda forlivese, il quale ha dato prova concreta che, durante i giorni di infortunio, il 39enne avrebbe pedalato per le strade della Romagna. Il risultato di questa indagine, ha infine causato il licenziamento in tronco del giovane manager. 

Come ha fatto poi l’uomo a uscirne indenne dalla vicenda?
Grazie a una perizia richiesta dall’avvocato Principato e firmata dal medico legale, Aurelio Caminiti. Il documento ha attestato che l’attività escursionistica, non era discordante con l’infortunio. Anzi, correre in bici avrebbe addirittura favorito la guarigione, perché in questo modo ha evitato la ‘spalla ingessata’ tenendo bloccata l’articolazione dolorante. Al punto da favorire il pieno recupero. Il gup ha deciso dunque di accogliere la tesi sostenuta dalla perizia di parte, assolvendo il dirigente ciclista, che ora è intenzionato a richiedere i danni alla sua ex impresa.  

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