«Vincere il Fiandre in maglia iridata è un sogno, non so cosa chiedere di più. Se con Mathieu siamo pari dopo la Sanremo? Posso dire che non avevo rivincite da prendermi, penso a correre cercando di dare il meglio».
Tadej Pogacar aggiunge così un altro Fiandre alla sua già strepitosa carriera. Il campione del mondo divora la Ronde più veloce della storia con 44,981 di media sui 268,9 km tra Bruges e Oudenaarde.
«Rispetto alla Sanremo sarà un’altra storia – aveva annunciato giovedì -. La corsa è più dura. E ci sono più opportunità per me di fare la differenza». Cosa detta, cosa fatta.
Nella campagna tra il Kwaremont e il Paterberg, lo stile crudo ed elegante di Pogacar ha riempito di passione le lingue d’asfalto della terra fiamminga. La sua particolare andatura ondeggiante e il ciuffetto che esce dal casco lo hanno reso ancor più una leggenda.

«Ѐ stata dura ma ce l’abbiamo fatta – dichiara lo sloveno -. Abbiamo eseguito il piano nonostante alcuni miei compagni siano caduti. Non ci arrendiamo mai. Dovevamo rischiare, ci siamo riusciti».
Tadej in gara è andato sempre all’attacco picchiando sulle gambe degli avversari. Primo tra tutti Van der Poel. Il campione olandese sembra al momento l’unico capace di poter contrastare la maglia iridata.
Mathieu ha cercato di tenere il passo di Tadej su tutti i muri in pavé. E questo fino a quando nel tratto più impegnativo del Kwaremont non gli si è spenta la luce.
Per Van der Poel c’è stato pure il brivido di una caduta iniziale. «I danni sono stati superficiali ma non hanno influito – ha ammesso poi l’olandese -. Nel finale ero al limite, devo essere contento del podio». Mathieu ha rivelato anche di essere stato malato dopo Harelbeke, e di avere assunto antibiotici per alcuni giorni.
Proprio 50 anni fa, Eddy Merckx vinse la sua seconda Classica dei Muri in maglia iridata. Un caso? Se prendiamo i fuoriclasse che hanno vinto almeno un Tour, soltanto Merckx e Bobet figurano nell’albo d’oro del Fiandre.
Pogacar a 26 anni ha già conquistato 3 Tour, un Giro, un Mondiale e 8 prove Monumento come nessuno tra i campioni in attività. Nella storia del ciclismo lo sloveno ha già fatto meglio di Bartali, Pelissier, Hinault, Gimondi e Bobet. Tadej ha davanti a sé soltanto Fausto Coppi con 9 Monumento ed Eddy Merckx che sembra inarrivabile con 19 Classiche.
Intanto Pogacar bissa il successo del 2023 in barba a Pedersen e Van der Poel, altri due campioni del mondo. «Dobbiamo accettare che gioca in un altro campionato – ha ammesso Mads Pedersen -. È il migliore della storia».
Inutile dire che Tadej Pogacar aveva previsto tutto. Questo perché i fuoriclasse sono dotati di uno straordinario potere. E cioè quello di saper trasformare i pensieri in realtà.
La verità è che Tadej fa un altro sport rispetto al resto del gruppo. Van der Poel è un degno avversario e nell’ultima Milano-Sanremo è stato persino più forte. Rimane però il fatto che l’olandese è un cacciatore di classiche, mentre Pogacar è un gigante delle Grandi corse a tappe.
La Parigi-Roubaix sarà dunque la “bella” contro Mathieu. Tadej al Fiandre ha trovato le salite che gli sono mancate alla Sanremo. E alla Roubaix? Le scommesse sono aperte….
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