«Amo il Lombardia, amo queste strade. Volevo chiudere qui una stagione irripetibile tagliando il traguardo da solo, scendendo di sella e alzando la bici al cielo. Lungo il percorso del Lombardia ho visto moltissimi tifosi entusiasti. Se poi su internet c’è qualcuno che mette in giro della negatività, non mi interessa».
Con queste parole Tadej Pogacar risponde a chi lo accusa di uccidere il ciclismo.
«Avevo fatto una ricognizione mercoledì – prosegue -. Dopo aver compiuto uno sforzo elevato, ho immaginato di poter ripetere lo scatto di 1000 watt anche in gara. Mi godo questo momento magico. Tuttavia non mi dispiace che l’anno agonistico sia finito. La vita non è solo il ciclismo, c’è anche altro. Come avevo fatto il 2 marzo alla Strade Bianche, ho pensato che sarebbe stato bello chiudere la stagione con un’altra vittoria. Adesso è tempo di un meritato riposo. Intanto mi preparo per un torneo di padel che giocherò a novembre».
Tadej Pogacar vince il suo quarto Giro di Lombardia consecutivo ed eguaglia Fausto Coppi. L’azione parte a 48 km dal traguardo. Dopo che Pavel Sivakov termina il suo lavoro di gregario, il numero uno del mondo scatta e fa il vuoto. Lo sloveno scarica sui pedali quasi 1000 watt a 6.600 metri dalla cima della ripida Colma di Sormano.
L’uomo solo al comando prosegue con un’azione da 340 watt medi di potenza lungo la Colma di Sormano. Esattamente dove aveva pensato di partire e dove gli avversari si aspettavano che partisse. E lo ha fatto con tale sicurezza e facilità che sembra appartenere ad un’altra categoria.
Il campione del modo vince facile anche la Classica delle foglie morte. In piazza d’onore staccato di tre minuti, sale l’olimpionico Remco Evenepoel, il più atteso e determinato degli avversari. Il belga nell’ultimo mese ha conquistato due ori olimpici e quello Mondiale a cronometro. Nonostante l’ottima condizione atletica, Remco vede scomparire Pogacar dietro a un tornante in meno di un minuto.
Il terzo posto di Giulio Ciccone, staccato quasi cinque minuti, vale comunque tanto. Per una volta l’azzurro riesce a gestire bene le forze conquistando un bronzo prezioso in una stagione per lui non tanto esaltante. L’abruzzese chiude un podio stellare, con la convinzione che il prossimo anno magari, sarà quello del riscatto.
L’impresa di ieri dello sloveno corona un anno magico grazie al quarto Lombardia di fila. Come Tadej soltanto Fausto Coppi ci è riuscito in passato tra il 1946 e il 1949. Altri poker consecutivi non esistono, in nessuna corsa monumento.
A 26 anni Pogacar termina una stagione mai vista: Giro d’Italia, Tour de France, Mondiale, Liegi e Lombardia. Neppure Eddy Merckx, che nel 1972 alla doppietta Giro-Tour aggiunse Sanremo, Liegi e Lombardia, oltre al record dell’Ora.
«Ho seguito Merckx in ammiraglia per 10 anni — spiega Ernesto Colnago, maestro costruttore — ma Tadej è altra cosa. In bici ha potenza ed eleganza mai viste prima».
Con avversari ormai in preda al panico, difficile immaginare come si svilupperà il 2025 di Tadej. Ad ogni modo nel 2024 lo sloveno ha portato il Giro d’Italia su una dimensione stellare. Lo sloveno ha dimostrato che l’abbinata con il Tour de France è possibile. Se tornasse a correre il Giro, di sicuro farebbe un regalo al ciclismo azzurro.
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