Evenepoel doppio oro, unico nel suo genere

EVENEPOEL DOPPIO ORO, UNICO NEL SUO GENERE

Come Evenepoel nessuno ha mai vinto la prova a cronometro e in linea nella stessa edizione dei Giochi olimpici. Ieri c’è riuscito il corridore belga dopo il terzo posto al Tour de France alle spalle di Pogacar e Vingegaard.

Il ragazzo nato nelle Fiandre entra così tra le leggende del ciclismo grazie ai due ori raccolti in una settimana. Il 24enne mette a segno qualcosa di mai realizzato da nessuno, e che forse non riuscirà neppure a Tadej Pogacar.

In gara ha distrutto gli avversari sia sul piano morale che su quello della resistenza. Li ha sorpresi nel momento in cui il ritmo della corsa era più congeniale all’attacco fino a rendersi irraggiungibile.

Remco è un campione che spicca per la sua classe e quando parte lo si ritrova dopo la linea d’arrivo. La sua dote migliore è saper leggere la corsa per piegarla a suo favore.

Eppure i rivali erano di tutto rispetto. Tra questi c’erano almeno un paio di leader di un ciclismo diventato spettacolare rispetto a qualche tempo fa.

lo meritava Remco per quello che ha costruito grazie al suo talento. In carriera Evenepoel ora vanta una Vuelta e una doppietta alla Liegi. Oltre al Mondiale in linea e uno a cronometro. E adesso il doppio titolo olimpico.

Senza dimenticare dell’incidente al Lombardia – era il Ferragosto del 2020 – in cui rischiò la vita e che gli ha fatto perdere nove mesi di carriera.

Al Mondiale aveva già abbinato la maglia iridata per la prova in linea (Australia 2022) a quella della cronometro (Scozia 2023). Un bis in edizioni differenti simile a quello dello spagnolo Abraham Olano. Oro in linea nel 1995 in Colombia e a cronometro nel 1998 in Olanda.

A dare il via è stato il tre volte campione del mondo Peter Sagan. Uno che a Parigi ha vinto per 7 volte la maglia verde del Tour. Lo slovacco batte per tre volte un bastone sull’asfalto, come si fa in tutte le competizioni a questi Giochi. Un modo per omaggiare la tradizione culturale e teatrale francese.

Si parte senza radioline e in 90, numero così ridotto causa quote olimpiche: in 4 i team più in alto del ranking. L’Italia ha solo tre atleti. Il percorso è meraviglioso con 273 chilometri, 2.800 metri di dislivello, 13 côte e il circuito finale di Montmartre. C’è anche lo strappo di 1 chilometro con il pavé da fare tre volte.

Pubblico clamoroso e gara noiosa fino a mezz’ora dal traguardo. Le immagini dell’entusiasmo popolare in uno dei punti più iconici di Parigi, rimarranno nella memoria con 500.000 spettatori in città.

La corsa entra nel vivo con un’azione attesa di Mathieu Van der Poel al primo passaggio a Montmartre e Van Aert alla sua ruota. Ma è stato Remco Evenepoel a sorprendere tutti a meno 36 km dal traguardo.

Il belga scatta all’improvviso in un punto non troppo previsto. Con poche pedalate riacciuffa chi era davanti. L’unico a tenergli la ruota è Madouas. Il francese cede poi ai meno 14 chilometri prima dell’ultimo strappo.

Ai meno 3,8 km dall’arrivo lo show di Remco trova persino spazio per un brivido a causa di una foratura. Il belga scende dalla bici urlando verso l’ammiraglia. D’altronde senza le radioline era più difficile avere la percezione che il vantaggio fosse oltre il minuto. Il rimedio arriva dopo qualche secondo dal meccanico del team belga.

«Questo luogo, sotto la Torre Eiffel, è il più bello nel quale si possa vincere una corsa ciclistica — ha spiegato Evenepoel —. Ma se qualcuno pensa che sia stato tutto facile, si sbaglia. All’arrivo mi sono sentito male per la fatica che ho fatto. Ma che gioia essere il primo a fare doppietta».

Il grande sconfitto è Mathieu Van Der Poel. Gioisce invece la Francia che a sorpresa piazza Valentin Madouas al secondo posto e Christophe Laporte al terzo. Che gli azzurri non avessero grandi aspettative lo sapevamo, ma la prova di Bettiol (23º), Viviani (ritirato) e Mozzato (50º) è stata di totale anonimato.

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