GANNA NON SI ACCONTENTA, E VA A CACCIA DELL’ORO
Filippo Ganna, ciclista di 85 chili entra a 60 all’ora in una curva a gomito senza tirare i freni sull’asfalto fradicio. L’azzurro dopo una scodata, sbanda su una linea bianca dell’asfalto. Filippo però riesce a schivare il piede sporgente di una transenna. Il video del suo mancato crash è da manuale di acrobazia ciclistica.
A distanza di un giorno ci si domanda come sia riuscito Ganna a rimanere incollato sulla propria bici? A quel punto del percorso il podio della crono olimpica per il piemontese pareva essere andato via. Consapevole del guaio, Filippo aveva deciso comunque di provare ancora a rischiare. Così negli ultimi 10 km si è rivisto il cuore di Ganna, quello delle rimonte favolose.
«Volevo l’oro – ha spiegato -. A pensarci, mi ha battuto Remco, non uno sconosciuto. Sul finale ho ritrovato la motivazione per continuare a spingere. Come valori ho dato molto di più rispetto alle previsioni e non mi posso lamentare. Potevo vincere ma potevo anche fracassarmi. La pioggia era prevista e io non sono un drago sul bagnato: l’acqua mi piace solo per bere e per lavarmi. Ho cercato di dare il massimo, ma una differenza di quasi mezzo secondo al chilometro brucia. Tuttavia mi sono difeso, non sono deluso».
Purtroppo le curve precedenti non lo hanno perdonato. E questo perché ogni volta che Ganna rilanciava sul bagnato, si vedeva concedere mezzo secondo ai 60 chili di un più rapido Evenepoel. Il belga sul traguardo lo ha distanziato di 15 secondi con 53,7 km di media oraria. Ganna va a prendersi un argento altrettanto pesante. Un podio sensazionale, con Wout Van Aert terzo, tornato a ottimi livelli.
«A metà percorso ho dovuto buttare via la visiera perdendo i vantaggi del casco più filante del mondo – ha ammesso -. Non vedevo il manubrio e dovevo scegliere tra l’aerodinamica o finire dentro un fosso. Non mi piacciono i fossi. Quella sbandata mi ha destabilizzato anche di testa. Poi mi sono rimesso in riga, ma non ho recuperato tutto il distacco. Evenepoel è giovane, Tarling di più: io ho 28 anni e a Los Angeles potrei non essere più alla loro altezza. Spero che sia la prima di tante medaglie per l’Italia. Sono felice di avere aperto le danze, dobbiamo continuare a ballare. Un podio pesante che dedico a me stesso».
Filippo riceve i complimenti dal ct Marco Velo. Infine saluta gli affetti più cari: papà Marco, mamma Daniela, la sorella Carlotta, la fidanzata Rachele. È un uomo da nove Mondiali: 7 in pista, 2 a crono. Due medaglie olimpiche con l’oro del quartetto a Tokyo e tra il 5 e il 7 agosto ne cercherà una terza nell’inseguimento a squadre.
«Mi metto nei panni di un tifoso italiano – dice – che quando la Ferrari arriva seconda pensa: bravi voi di Maranello! Avete lavorato bene ma perché non avete vinto? Mi consolo pensando che mi ha battuto un fuoriclasse e ho battuto a mia volta un altro fuoriclasse. Wout mi ha consolato dicendomi che capisce bene cosa significhi arrivare secondo».
Ad accogliere la prima medaglia della spedizione italiana c’è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Mi dispiace che mi abbia dovuto aspettarmi sotto la pioggia — scherza Ganna — ma i suoi complimenti mi hanno fatto molto piacere. Torno in Italia, mi riposo mezza giornata e domani sarò già in pista a Montichiari per allenarmi con i compagni del quartetto. Abbiamo un titolo olimpico da difendere e ci teniamo a regalarvi qualche altra soddisfazione la prossima settimana. Dobbiamo e vogliamo crederci».
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