LO SPRINT VINCENTE DI VINGEGAARD E LA TENSIONE DI POGACAR. IL BOTTA E RISPOSTA AI MICROFONI…
Jonas Vingegaard in lacrime di gioia. Tadej Pogacar non più certo di essere padrone al Tour. I due migliori nemici di nuovo mano nella mano. È l’ennesima volta che al Tour, Pogi e Vingo sparano i fuochi d’artificio per chiudere entrambi ai primi due posti.
«Sono commosso, ho chiamato mia moglie, piangevamo insieme – ha detto un Jonas -. Se penso a tutto quello che ho passato negli ultimi mesi dopo aver rischiato di morire. Non immaginavo di tornare a questi livelli: se ce l’ho fatta, è grazie alla mia famiglia. Ho vinto per loro e per chi ha creduto in me».
La rincorsa con cui Jonas ieri ha ripreso la maglia gialla sul Col de Pertus termina con uno sprint quasi da fotofinish. Sul traguardo di Le Lioran accade qualcosa di imprevisto: il danese beffa Pogacar.
«All’inizio Tadej è partito come un missile – dichiara Vingegaard-. Tuttavia ho preferito tenere il mio ritmo per limitare i danni. Poco alla volta ho visto che le mia gambe giravano bene. Alla radio intanto mi dicevano che il divario stava scendendo. Quando mi sono visto davanti la maglia gialla ho subito pensato di poterlo battere. Sul traguardo volante in cima al Pertus ci sono andato vicino e questo mi ha dato fiducia per il finale di tappa».
A distanza gli risponde lo sloveno. «Adesso abbiamo visto tutti quanto sta bene Jonas. Per me è addirittura nella migliore forma della vita – dichiara Pogi -. A circa un km dalla cima ho visto Vingegaard che stava tornando, volava letteralmente. Mi ha sorpreso un po’, ma ho preferito aspettare, anche se avrei potuto spingere forte e forse sarei rimasto davanti. Volevo staccare tutti perché conosco bene questa salita. Sapevo che avrei potuto spingere anche in discesa e arrivare solo al traguardo. Jonas però ha rincorso fortissimo e se dopo l’incidente aveva paura, credo ora sia molto più fiducioso nelle sue capacità».
In arrivi del genere Vingegaard perde nove volte su dieci dal rivale. Alla undicesima tappa le cose sono andate diversamente. Tadej si fa beffare per la prima volta da Vingegaard in una volata a due. Dopo l’arrivo Jonas si emoziona come mai prima per un’impresa memorabile sul Massiccio Centrale.
Dal canto suo il danese risponde alle dichiarazioni dello sloveno. «Non posso essere nella migliore forma della carriera come sostiene Tadej. Ho fatto solo un mese e mezzo di allenamento. Non mi importa se altri dicono che faccio la vittima, io sono la vittima. Credo che pochi sarebbero stati alla partenza dopo una caduta del genere. Spero che il mio successo esorcizzi il periodo sfortunato per il mio team – ha concluso Jonas – . Il cielo è stato nero per noi, ora può arrivare il sereno».
Pogacar perde così un secondo in classifica. Il leader del Tour ora ha qualche certezza in meno rispetto ai primi giorni. Di sicuro Tadej sapeva che non avrebbe potuto pedalare come al Giro. Qui alla Grande Boucle il nemico si fa minaccioso e al primo giro si boa il giallo brilla un po’ meno.
Insomma, stavolta Pogi non ha saputo fare il Marziano e in vista dei Pirenei il nervosismo non può che crescere. Lo spettacolo è appena cominciato.
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