IL VECCHIO CAVENDISH CHE SCIOGLIE LA CATENA E SIGLA IL RECORD…
«Congratulazioni Mark per questo traguardo storico, hai superato il mio record di 34 vittorie al Tour». Ad annunciare il passaggio di testimone con un post è il cannibale in persona, Eddie Merckx.
Mark Cavendish è un corridore che di fronte ai problemi non molla. Nella vita di tutti i giorni è una persona tranquilla, ma quando pedala sul serio si trasforma.
A questo Tour per il 39enne britannico cercare di vincere una sola tappa sembrava una missione impossibile. Inoltre, alla frazione inaugurale di Firenze non stava bene e si vedeva. Giunge poi ultimo a Rimini tra spasmi e vomiti, con quasi 40’ di ritardo. Ieri invece i suoi compagni lo hanno lanciato come un missile.
«Essere mentalmente forte è un vantaggio, per questo ho continuato a crederci – ha dichiarato –. Mi ci vuole un po’ di tempo per superare le difficoltà e andare oltre. Anche la fiducia che ho nei miei compagni mi ha aiutato. Penso sia questa la vera psicologia dello sport».
Cavendish negli ultimi 4 chilometri ha zigzagato sgomitando fino a trovare un varco a sinistra. All’arrivo sembrava essere tornato la palla di cannone dei tempi migliori, “Cannonball” appunto.
Nella confusione, tra una spallata e l’altra di chi provava a uscire, è venuta fuori tutta la sua esperienza. Il corridore inglese però, riesce ad imporsi soprattutto grazie a una gamba eccellente.
È stato capace di spingere dai 66,2 ai 70 km/h negli ultimi 200 metri della volata. Un cambio di ritmo che solo un pistard è in grado di fare.
Al termine dello sprint la catena della sua bici era addirittura uscita fuori dalla pedivella. Troppa potenza. Magari troppo forte il desiderio di beffare i migliori velocisti in circolazione, come Jasper Philipsen o Mads Pedersen, quest’ultimo franato poi a terra.
Insomma, Mark non ha rinunciato alla sfida di confrontarsi con ragazzi 15 anni più giovani di lui e ha fatto bene. Nominato baronetto da re Carlo, il britannico si dichiara sorpreso: «Non ci posso credere, ce l’ho fatta. Questa è anche la vittoria di tutti i miei compagni. Puntare solo su di me per vincere è stata una scommessa anche da parte del team manager Vinokourov. In squadra abbiamo pensato a ogni dettaglio. Era questa la data in cui volevamo farcela».
Gli abbracci al termine della corsa sono stati continui. Compagni e avversari hanno omaggiato il record delle 35 vittorie al Tour. C’era pure chi piangeva, come il compagno all’Astana Davide Ballerini.
Pogacar in maglia gialla, uno che sul lungo periodo potrebbe persino tentare l’assalto al record dei 35, ha parlato di lui. «Ero un bambino quando lo ammiravo, lo stimo anche adesso, che bel momento».
Oltre alla potenza in Cav, c’è pure la forza mentale che lo ha aiutato a superare lo shock di Rimini. Il Tour è all’inizio, ma per il vecchietto dell’Isola di Man, vincere è ancora la sua missione.
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