Pogacar in giallo, Vingegaard c’è. Appuntamento sul Galibier

POGACAR IN GIALLO, VINGEGAARD C’È. APPUNTAMENTO SUL GALIBIER!!!

Il Tour de France nella tappa di Bologna regala lo spettacolo più bello dell’anno. Gli attori protagonisti ancora una volta sono loro. Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard.

Sta bene Tadej, subito in maglia gialla, nonostante le fatiche rosa e giorni persi per il Covid. In gran forma anche Jonas, dopo tre mesi senza corse ed un recupero difficile come quello che gli è toccato. Quando lo scorso 4 aprile giaceva riverso per le strade basche. Per il danese non è stato facile avere già la gamba tonica e reattiva di fronte alle prime salite, adatte ad un’altra categoria di scalatori.

«Era una delle tappe che aspettavo e in cui temevo di perdere tempo, vista la poca preparazione – dichiara Jonas Vingegaard ai microfoni -. Invece, sono stato capace di seguire Tadej. Se non sono tornato al mio massimo, ci sono molto molto vicino. In ogni caso, sto meglio più di quanto mi aspettassi: questo è ciò conta».

La coppia irrompe di forza sul San Luca tra il pubblico in festa. Dietro di loro ad assistere ci sono Evenepoel e Carapaz. I due rientrano poi a ridosso del traguardo dopo la frenata imposta da Pogacar nei chilometri finali. Il motivo? Tadej avrebbe preferito lasciare ad altri il peso della leadership.

Alla fine dello show, lo sloveno si veste di giallo nel nome di Marco Pantani e di una partenza della Grande Boucle da Cesenatico. Il campione danese però c’è. Un pronostico non proprio scontato dopo il tremendo infortunio patito a inizio aprile.

Jonas Vingegaard ha mostrato di avere le carte per giocarsi la vittoria finale al Tour de France. E questo a tre mesi dal terribile incidente al Giro dei Paesi Baschi. Sono bastati i 1900 metri della salita del San Luca, il colle che domina Bologna, per avere un primo verdetto.

Lo sloveno re dell’ultimo Giro, ha voluto saggiare le gambe degli avversari. L’obiettivo di Tadej è chiaro. A questo Tour va a caccia della doppietta riuscita solo ai giganti del ciclismo.

Al secondo passaggio sul santuario, a 700 metri dal culmine della salita, ecco l’atteso spettacolo. Pogacar fa mulinare i pedali infierendo la sua micidiale stilettata. Vingegaard gli si mette in scia restando incollato alla ruota posteriore.

Il danese è stato l’unico in grado di reggere quel fuori soglia micidiale già ammirato nel trionfale Giro d’Italia, dimostrando di essere sul pezzo.

I duellanti, in una sorta di cronocoppie lunga 13 chilometri, hanno proseguito sino all’arrivo. Evenepoel e Carapaz si aggiungono soltanto a poche centinaia di metri dal traguardo. In quella manciata di minuti i due preannunciano al pubblico ciò che sarà di questa edizione del Tour.

Davanti c’erano gli attaccanti di giornata. Risultato? Bis francese di Kevin Vauquelin, 23 anni, uomo dell’Arkea per la prima volta alla Grande Boucle. E mentre il transalpino piangeva dalla gioia, l’attenzione si spostava sui due purosangue.

Di nuovo insieme, di nuovo a lottare spalla contro spalla. Come un anno fa. Dall’Italia riparte il duello più bello, quello che sembrava perduto dopo il ricovero in ospedale del danese. E invece, no. Sono di nuovo i rivali più affiatati del Tour.

«Potevamo puntare alla tappa, ma abbiamo deciso di stare tranquilli – ammette Pogacar ai cronisti -. Ho fatto un piccolo attacco per mettermi alla prova e testare i rivali. Jonas è in gran forma: sarà un Tour interessante. Ed è bello tornare in giallo».

Oggi la tappa per velocisti arriva a Torino, in omaggio a Fausto Coppi. Una nuova cartina di tornasole si avrà domani, quando il Tour tornerà a casa affrontando nel finale il Galibier.

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