Pogacar come i grandi del passato

POGACAR COME I GRANDI DEL PASSATO 

Cattiveria agonistica. È davvero feroce la determinazione del ragazzo di Komenda, ormai alla sesta stagione tra i grandi vissuta da protagonista assoluto. Tadej Pogacar a questo Giro stupisce ancora lasciando tutti senza parole. C’è da chiedersi se sia davvero umano. 

Per quella facilità di pedalata, per la supremazia netta. La voglia di dare spettacolo, di inventare ogni volta qualcosa di mai visto, di lasciare un’impronta. Attacca sul Foscagno a 15 km dall’arrivo, ne rimonta 10 e trionfa sulla pista da sci di Livigno Mottolino. 

In una domenica bestiale, una di quelle che lasciano il segno, lo sloveno alza l’asticella in accordo col proposito di voler diventare il migliore. Lo scalatore più forte di tutti i tempi. Il nuovo Pantani insomma. 

Alla partenza del giorno più lungo di questo Giro – 222 chilometri, cinque salite, più di sei ore in sella le sue parole dicono tutto. «Il Giro non è ancora chiuso anzi in un certo senso il vero Giro comincia adesso. Le montagne sono sempre una incognita specie con pioggia, neve o qualsiasi altra cosa». 

Sul piccolo Tibet la maglia rosa se ne va quando mancano 15 chilometri al traguardo. Ogni sua azione costringe a scomodare paragoni pesanti: da Merckx a Pantani fino al Campionissimo Fausto Coppi.

In un attimo raggiunge i fuggitivi della prima ora. Li ridicolizza tutti superandoli a velocità doppia. Il ragazzo in rosa si trasforma subito nell’uomo solo al comando. Come nel giorno di Oropa. Ai Prati di Tivo invece aveva preferito fare la volata. 

Simile a un camoscio spiana l’inedito traguardo in cima al Mottolino. Con 2385 metri sul livello del mare, la vista dall’alto su Livigno, gli ultimi 2 chilometri con pendenze anche al 19%. 

Quintana è ripreso a 2 km dall’arrivo all’imbocco della strada che si arrampica sul Mottolino. Pogacar attraversa poi due ali di folla: 2 chilometri di apoteosi. È scatenato ma gode della quarta gioia in questo Giro. Un trionfo che si aggiunge ai tanti già assaporati. Molto più dietro, Thomas e Martinez che a confronto dello sloveno sembrano due juniores, perdono 2’50”. 

Con un vantaggio dei tempi passati, Pogacar in classifica ha quasi 7 minuti dai due inseguitori Thomas e Martinez. L’idea di iniziare ad eguagliare Pantani mettendo a segno la doppietta Giro e Tour non è più un sogno. 

Nei post-tappa Pogacar sembra piuttosto disponibile e rilassato. «Mi sto godendo ogni momento di questo Giro. C’è un’atmosfera di squadra molto bella e abbiamo un buon morale. Manteniamo sempre una motivazione molto alta. Stiamo andando bene, siamo davvero forti. Tutti sono qui per un unico obiettivo: vincere il Giro. È da dicembre che ci stiamo pensando».

Il 25enne fenomeno sloveno ha raccontato ulteriori particolari interessanti: «Lo scorso anno la mia posizione in bici era un troppo aggressiva. Non faceva così bene ai glutei, e neppure alla testa. Da allora sono stato meno aggressivo e ci sto lavorando ancora. Al momento mi trovo posizionato bene sulla bici. Questo mi fa sentire più motivato. Tuttavia devo concentrarci ancora su ogni dettaglio, compresa la bicicletta e su tutto ciò che serve per la prestazione». 

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