Il fenomeno Pogacar non cessa di regalare emozione al pubblico del Giro d’Italia. La maglia rosa ci prova in un finale di una tappa dedicata ai velocisti. Lo sloveno si spinge in un esibizionismo eroico. Non importa se perde. In cuor suo c’è solo voglia di attaccare.
A 3200 metri dall’arrivo di Fossano, su uno strappo, il Giro ha un brivido. Tadej Pogacar esce all’inseguimento del danese Mikkel Honoré. Thomas fatica a tenerlo. Ripresi poi ai 220 metri, Merlier vince per un soffio.
Ci mancava di vedere lo sloveno vincere su un traguardo destinato alle ruote veloci. Giusto 220 metri e avrebbe aggiunto un altro capolavoro a quello già firmato il giorno prima.
A Oropa, Tadej Pogacar, c’era da aspettarselo. Nessuno però avrebbe scommesso in un bis ravvicinato a Fossano, davanti ai velocisti. Al suo primo giorno in maglia rosa poteva godersi la corsa restando nella pancia del gruppo. Magari con gli occhi attenti, onde evitare cadute o agguati.
Su un breve cavalcavia, il danese Honoré prova a scombussolare i piani del gruppo. Ci sta, si poteva prevedere. Ma nemmeno il tempo di capire l’azione, che Tadej subito gli salta sulla ruota.
Il suo è un ciclismo d’assalto. Non importa se poi non riesce a vincere, conta solo esagerare. Sorride e prova a staccare tutti. E intanto è già maglia rosa. È evidente che vuole fare la doppietta Giro e Tour.
Geraint Thomas, il suo rivale, fiuta subito il pericolo e gli si accoda. Tutti gli altri si mostrano incapaci di gestire quel fuori programma. I tre filano via. Honoré si squaglia quasi subito, così Pogi e il signor G, cronoman di tutto rispetto, si inventano una specie di cronocoppie.
Dal gallese, un po’ al gancio, non arrivano cambi. E così a un certo punto, in pieno rettilineo d’arrivo, l’uomo in rosa si ritrova da solo. La gente di Fossano lo supporta come aveva fatto il giorno prima il popolo di Oropa. La speranza è di assistere ad un’altra vittoria del Re. Tuttavia il gruppo rinviene con la forza di uno tsunami. Tadej non può far altro che farsi risucchiare mentre Merlier fulmina Milan sulla linea.
Pogacar per questo istinto d’esibizione perse il Tour nel 2022, eppure lo sloveno attacca sempre e continua a dare spettacolo. È come se si annoiasse della solita routine e per non cadere in noia s’esibisce.
Con la sua tattica, certo dispendiosa, sta conquistando i cuori di tanti tifosi. È evidente che diventerà un ciclista capace di vincere tutte le corse, anche quelle che non servono.
«L’attacco? Non c’era nulla di studiato – racconterà dopo l’arrivo la maglia rosa -. Non mi aspettavo che qualcuno partisse, però ero lì davanti e ho preferito chiudere il buco. Quando Thomas è rientrato è stato lui a rilanciare, così abbiamo insistito. Era una bella azione, peccato non sia arrivata in fondo. Che dire: mi sono divertito, è stato un po’ come ai tempi della mia giovinezza, quando ci si sfidava con gli amici su piccole salite».
L’impressione è che gli venga tutto facile. «Il Giro – dice – per ora mi pare meno stressante del Tour, ma vediamo come andrà nei prossimi giorni. Intanto me lo godo. Lo sprint intermedio? Ho visto la Ineos che si muoveva e mi sono fatto trovare pronto. Meglio guadagnare un secondo su Thomas che perderlo».
E alla domanda «lei vuol provare a vincere tutte le tappe?». La risposta del Re Tadej è un secco «No comment».
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