Remco Evenepoel, dopo la cronometro di Cesena era di nuovo con la maglia di leader del Giro d’Italia. Una maglia rosa indossata sopra quella di campione del mondo. Prima di lui ci era riuscito un altro belga. Il mitico Eddy Merckx al Giro del 1968. Il “Cannibale” stupì il mondo trionfando in solitaria sulle Tre Cime di Lavaredo: prese la maglia rosa e non la mollò più.
Era il primo giugno, ma nevicava che sembrava inverno. Il belga voleva vincere: nulla poteva fermalo. All’epoca non c’era nessun nemico invisibile in grado di ostacolare la corsa verso il trofeo infinito. Al contrario di oggi, purtroppo dove il protagonista malefico si chiama Covid.
Positivo al Covid: Remco Evenepoel esce dal Giro. La notizia arriva ieri intorno alle 22. Il belga vincitore della cronometro di Cesena, era tornato in maglia rosa che aveva indossato già nelle prime tre tappe. «Ho il cuore spezzato – afferma Remco -. Con questa tristezza devo annunciare che lascio il Giro dopo che un test antiCovid di routine della squadra, ha dato risultato positivo. La mia esperienza qui è stata davvero speciale, non vedevo l’ora di competere nelle prossime due settimane. Non posso ringraziare abbastanza lo staff e i corridori che hanno fatto così tanti sacrifici. Sono orgoglioso di lasciare il Giro con due tappe vinte e quattro maglie rosa».
L’annuncio è proprio della formazione belga SoudalQuick Step: «Remco è costretto a dire addio al Giro». Il test, effettuato dal team, è avvenuto all’hotel di Campogalliano (Modena). Evenepoel non aveva l’obbligo di abbandonare: la scelta è sua e della squadra. Oggi c’è il giorno di riposo, domani si riparte con la Scandicci-Viareggio. La maglia rosa passa sulle spalle del britannico Thomas, secondo a 45”. Tocca a lui scegliere se portarla oppure no, per rispetto del belga.
Dopo la nona frazione, il campione del mondo guardava con fiducia la sua corsa: «Vincere il Giro non è per nulla facile – aveva dichiarato -. Si va avanti giorno per giorno e se guardate la classifica ci sono quattro vincitori di Giri ai primi quattro posti. Come potete sentire il mio naso è un po’ chiuso. Devo stare attento a non ammalarmi, tocchiamo ferro e speriamo che non sia il virus. Vedremo».
Nonostante l’Oms (organizzazione mondiale della sanità) da poco ha dichiarato conclusa la pandemia da coronavirus Evenepoel è il sesto corridore ad essere colpito dal virus. Prima del fiammingo ci sono stati il francese Clement Russo (Arkea) che non ha preso il via della tappa di Napoli. Nicola Conci (Alpecin) e Giovanni Aleotti (Bora) fuori prima della frazione di Campo Imperatore. Filippo Ganna (Ineos) positivo prima della tappa di Fossombrone. E ieri sera, un paio d’ore prima di Remco, la notizia dello stop per il colombiano Rigoberto Uran (Ef).
L’Uci aveva cancellato qualsiasi obbligo di test e dalle corse sono scomparse anche le mascherine. Non c’è più nemmeno la quarantena in caso di positività. Eppure le squadre hanno continuato a effettuare i controlli antigenici per una loro sicurezza. Test gestiti in piena autonomia, svincolati dall’obbligo di comunicare i risultati sia all’Uci che agli organizzatori.
Pertanto per il 23enne, iridato in carica, vincitore delle due ultime Liegi-Bastogne-Liegi e della Vuelta 2022, potrebbe aprirsi l’ipotesi rivincita al Tour de France. È presto a dirlo, ma di certo il belga ha mostrato di avere un gran motore nelle gambe. Sarebbe quindi giusto concedersi un’altra chance. E perché no, magari vedere una sfida diretta contro Pogacar e Vingegaard, atleti del suo calibro, già da questa estate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA