La 109ª edizione della Liegi-Bastogne-Liegi, di 258 chilometri e 11 Côtes, si doveva trasformare in un duello a due. Tra Tadej Pogacar e Remco Evenepoel. Una sfida tra due fenomeni da vedersi su un percorso, in cui spicca il temibile terzetto di salite. Ovvero la Redoute, Roche-aux-Faucons e Côte des Forges. Ma a tutto ciò, è stato possibile trovare un terzo incomodo? Sì, la sfiga.
Dopo ottantacinque chilometri, Tadej Pogacar finisce a terra, travolto da Mikkel Honorè, a sua volta vittima di uno scoppio del tubolare. Lo sloveno, termina la sua gara in ospedale, con una frattura allo scafoide. Per lui sfuma il sogno di centrare uno storico poker, dopo Fiandre, Amstel e Freccia Vallone.
Remco Evenepoel, reduce da un lungo ritiro in altura, detta così legge in cima alla Redoute, 1.6km al 9,5% di pendenza media. In un primo momento, dopo lo scollinare, solo Pidcock riesce a stare in scia al belga. Seguono poco dietro Ciccone e Skjelmose.
Ma il secondo attacco di Evenepoel risulta fatale per il corridore inglese. Il campione del mondo si invola sulla Côte de Forges, 1.3km al 7,8% e poi sulla Roche-aux-Faucons 1,3 km all’11% . Remco si toglie tutti di ruota. E lo fa sotto una pioggia assai insidiosa.
Questa di oggi è una vittoria destinata ad entrare nella storia del ciclismo. L’ultimo a vincere la Ligi Bastogne Liegi in maglia iridata è stato Moreno Argentin nel 1987. Prima ancora Eddie Merckx nel 1972. Oggi è toccato a questo nuovo talento, che a tre chilometri dall’arrivo, trova pure il tempo di salutare e sorridere. La piazza d’onore tocca a Tom Pidcock che regola in volata Santago Buitrago. Quarto posto per Ben Healy.
“Volevo attaccare sulla Redoute, ma all’inizio la mia ruota è scivolata via – le parole di Remco-. Sono rimasto calmo ed ho mantenuto il controllo. In seguito sono partito di nuovo facendo la differenza. Mi sento davvero orgoglioso per aver vinto la Liegi con la maglia di campione del mondo. Ci tenevo ad immortalarmi su queste strade da vincitore con addosso la maglia iridata. Dopo la caduta di Pogacar ho atteso notizie su di lui. Mi è davvero dispiaciuto per l’incidente. Adesso ci sono le patatine fritte ad aspettarmi e poi sarà la volta del Giro d’Italia”.
Al Giro, sarà atteso il belga Remco Evenepoel, che potrebbe andare a caccia della Rosa. L’edizione numero 106, parte sabato 6 e si conclude domenica 28 maggio. Farà pure una escursione in Svizzera.
La prima tappa è una cronometro. La prova avrà luogo sulla pista ciclabile “Via Verde” nella Costa dei Trabocchi in Abruzzo. Sarà molto più di un prologo: con i suoi 18,4 chilometri, metterà subito in fila i pretendenti per la maglia rosa.
Gli arrivi di Lago Laceno e quello del Gran Sasso poi, diranno chi avrà davvero la possibilità di chiudere da leader a Roma. Al contrario dei meno fortunati, costretti a dire addio ai sogni di gloria.
Ma l’assalto finale per il trofeo infinito, si deciderà in Carnia, al confine tra Italia e Austria. In un luogo dove la strada si inerpica al 22% sulla pista da sci. Senza dimenticare il monte Lussari, sovrapponibile al mitico Zoncolan: 4,9 km al 15% medio, con punte dal 18%.
Occhio alle tappe insidiose. Gli uomini di classifica, dovranno sempre tenere alta l’attenzione durante le tre settimane. L’arrivo di Fossombrone, ad esempio, con i muri al 22% è una di quelle frazioni da non sottovalutare. La tappa di Crans Montana, con la Cima Coppi del Gran San Bernardo, di certo è la più ostica del Giro numero 106.
I chilometri da affrontare sono 3448, dispiegati in 21 tappe, con oltre 51 mila metri di dislivello. Gli arrivi in quota (compreso la cronoscalata del Monte Lussari) sono ben sei. Sette invece le vette posizionate sopra i 2000 metri.
I tratti più impegnativi del Giro?
Gran Sasso, Crans Montana, Bondone, Val di Zoldo e le Tre Cime di Lavaredo con 5400 metri di dislivello. Il Passo Giau, 10 km al 10% e le Tre Cime, con gli ultimi 4 km al 12% e punte del 20%.
Ad abbellire il Giro c’è poi Napoli, con Pompei, Amalfi e Positano. Senza dimenticare il “Lombardia” ridotto di Bergamo. Vedi la Roncola e il doppio passaggio sul pavé della Boccola a Bergamo Alta.
Dunque. Il Giro 2023 torna sulle Tre Cime: lo spettacolo sarà garantito. La tappa durissima, battezzerà la maglia rosa come probabile trionfatore. Ed è qui che Evenepoel, deve mettersi alla prova: solo così potrà capire i suoi limiti. Se sarà capace di difendersi dagli scatti degli scalatori meglio affermati.
Non a caso il belga, ha dimostrato negli ultimi mesi, di essere un fenomeno in costante evoluzione. Vedi alla Vuelta, dove è riuscito a sferrare attacchi su pendenze ripide. Certo, al Giro sarà più dura. Ci sono salite molto lunghe, sfiancanti. E poi si superano spesso i 2000 metri, cosa rara in Spagna. Anche il tempo è diverso: in Italia a maggio, è facile trovare neve e freddo tra le montagne.
Un campione come Remco deve assolutamente prendersi la rivincita dal quel Giro del 2021, dove una caduta lo ha costretto al ritiro. La grave caduta al Lombardia avvenuta mesi prima, gli aveva lasciato un segno non indifferente. Ma negli ultimi mesi ha dimostrato tutto il suo talento: due Liegi, Vuelta e Mondiale. Ora ad attenderlo c’è il Giro d’Italia.
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