Liegi-Bastogne-Liegi, appuntamento con la storia

Domenica arriva la Liegi-Bastogne-Liegi. A contrastare Tadej Pogacar stavolta ci sarà Remco Evenepoel. Entrambi risultano gli ultimi due vincitori della Classica delle Ardenne. Per Remco, la gara rappresenta un test importante in vista del Giro d’Italia.

Tadej Pogacar, Freccia Vallone

Il belga al momento, sembra essere l’unico a tenere le accelerazioni di Pogacar, e poi sulla carta è anche più veloce dello sloveno. Tuttavia, sulle spalle di Evenepoel, potrebbe incidere il peso psicologico di una squadra, la Soudal-Quick Step, che ad oggi si è vista poco. Tanto che nel finale della Freccia Vallone, il Team manager Lefevere, ha cercato di farsi notare come meglio ha potuto.

Remco Evenepoel

Insomma, per Evenepoel, che ha appena 23 anni, sarà un grande banco di maturità psicologica. L’attesa è rivolta allo scontro diretto con Tadej alla Liegi-Bastogne-Liegi. Il belga, iridato in carica, deve difendere il titolo conquistato per distacco nel 2022. Inutile dire che Pogacar cercherà di completare a Liegi, il tris nel Trittico delle Ardenne. Tripletta riuscita nello stesso anno a Davide Rebellin (2004) e Philippe Gilbert (2011, ieri ha premiato lo sloveno).  

Philippe Gilbert premia Tadej Pogacar

Intanto Pogacar è destinato alla storia dei record. Molti esperti affermano che con lui in gara, gli avversari corrono per il secondo posto. A conferma di ciò, basti vedere gli ultimi atti della Freccia Vallone. Sul Muro di Huy, lo sloveno ha giocato con gli avversari, facendosi portare nel punto giusto al momento giusto. Come se poi nulla fosse, dalla dodicesima posizione è balzato in quarta. Da lì è andato in testa senza forzare troppo. In quel momento, rispetto agli altri che erano a tutta, il suo sforzo variava al 70-75% delle proprie capacità atletiche.

Tadej Pogacar. Il 24enne sta andando addirittura oltre il paragone con Eddy Merckx. Quello che ha fatto alla Freccia Vallone, non era riuscito neppure al Cannibale. La vittoria in cima al Muro di Huy, giunge dopo il Giro delle Fiandre ed Amstel Gold Race. Un tris nello stesso anno che non si era ancora mai visto.

«È stata una corsa perfetta per me – afferma Pogacar –. Il tempismo è tutto in una gara così. Basta un solo movimento sbagliato e può sfumare il sogno di una vittoria. Se l’acido lattico si impadronisce dei tuoi muscoli, non puoi sprintare alla fine. Perciò, non ero sicuro di vincere. La forma era più o meno quella dello scorso anno, quando ero rimasto fuori dai primi dieci».

Alla domanda se ama considerarsi come l’uomo dei record, ha risposto. «Non saprei se condividere questa definizione. Personalmente non guardo molto le statistiche e cerco di fare quello che devo. Sarebbe pazzesco riuscire a vincere 3 classiche in otto giorni, ma so che la Liegi di domenica sarà la più dura da conquistare. Farò del mio meglio. Per vincere bisogna che le stelle siano allineate e finora per me è stato così».

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