Argentina in semifinale. Come nel 2014 vince dopo una disfatta del Brasile. Messi ancora decisivo, sale a 10 gol mondiali, al pari di Batistuta. Ora la pulce, è al quinto ed ultimo tentativo in un Mondiale che ha già mandato a casa Germania, Spagna e Brasile.
Messi a parte, in campo non si è vista una grande Argentina. Scaloni non fa giocare Di Maria. Al contrario ha pensato di cambiare modulo con un difensore in più, facendo arretrare troppo la squadra sul 2-0.
Van Gaal, convertito a sua volta al catenaccio, ha affrontato un primo tempo al risparmio. Non a caso il tecnico aveva recitato l’elogio della difesa. Ragione per cui in campo ha piazzato Gakpo e non il più protettivo Klaassen dietro a Bergwijn-Depay (3-4-1-2). Tuttavia, l’Olanda riacciuffa la speranza proprio ai titoli di coda con Weghorst. Van Gaal, può vantare così 12 partite mondiali, senza alcuna sconfitta nei 120’.
Scaloni intanto a bordo campo impreca chiedendo alla squadra di salire. Ma l’Argentina non si vedeva avanzare. Forse perché i giocatori, hanno raccolto il messaggio di prudenza, che il c.t. ha trasmesso loro. Di fatto, l’Albiceleste è passata dal 4-3-3 ad un 3-5-2 con un difensore centrale in più (Lisandro Martinez).
Il primo tempo per l’Olanda, si conclude con zero tiri in porta. Van Gaal interviene all’intervallo con De Roon-Koopmeiners ed una sostituzione: fuori Bergwijn, dentro Berghuis. Per la prima mezz’ora non succede nulla.
Con il passare dei minuti e della noia però, ecco muoversi Messi. La corsa con cui la Pulce si beve Aké, è favolosa. L’olandese perde centesimi di secondi decisivi. Leo ha la libertà persino di imbucare un corridoio. Il Galgo Molina, il Levriero, si avventa sulla palla e anticipa il portiere: 1-0 al 34’.
E dopo un po’, Messi entra ancora di più nella partita. Prima con un’altra imbucata magica. In seguito tramite una delle sue progressioni. Leo si procura una punizione, ma la sua sparata manda il pallone poco sopra la sbarra. Van Gaal nel frattempo comincia a dare segni di vita: 3-4-3 con l’ingresso del De Jong attaccante. Il gol del raddoppio lo segna Messi su rigore. Fallo procurato da Acuna: 2-0 al 28’. Partita chiusa.
E invece no. l’Olanda riapre con il primo tiro in porta a 7’ dallo scadere. Merito di un colpo di testa del subentrato Weghorst, sfuggito a Lisandro Martinez. La Seleccion scopre la paura. Non ha più l’acciaccato De Paul a tenerla su e si ritira facendo avanzare gli arancioni. Paredes scaglia una pallonata alla panchina di Van Gaal e scoppia una zuffa da saloon. Finale elettrico, 10’ di recupero.
Olanda avanti con la furia dei disperati. E al 56’ l’incredibile: fallo di Otamendi al limite, evitabile. Pareggio. Una palla rasoterra tirata in area su punizione, entra in rete grazie a Weghorst, il divino tulipano.
Durante il primo tempo supplementare, con Lautaro non succede nulla. Nel secondo entra Di Maria, Lautaro calcia due volte: sulla prima salva col corpo Van Dijk, sulla seconda para Noppert. Il Fideo sfiora il gol olimpico, Fernandez colpisce il palo all’ultimo. L’Argentina chiude in avanti, ma è tardi. Rigori.
Albiceleste è in vantaggio di due penalty, ma si fa rimontare. Serve l’ultimo sigillo di Lautaro. E il Toro non trema. Argentina in semifinale, Van Gaal e l’Olanda ancora sconfitti dal dischetto, come nel 2014. Messi è a due partite dal grande sogno di vincere il primo Mondiale a 35 anni suonati.
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