Gianni Savio, dal primo novembre dirà se resta con i pro

Gianni Savio. Storico dirigente sportivo dalle mille qualità manageriali, è oggi costretto a fare una riflessione sul proprio futuro. E pensare che appena un anno fa, sembrava fosse arrivato ad una svolta. Quando la multinazionale iberica, Drone Hopper, concluse col dirigente torinese un contratto quadriennale.

Gianni Savio al centro

Drone Hopper. Azienda che per principale obiettivo, si era predisposta commesse del valore di 80 milioni di euro. Garanzia commerciale, portata tra l’altro, agli occhi dell’UCI.

Ma qual è stata la volontà che ha condotto una “start up” spagnola ad un progetto ambizioso? Molto probabilmente, la causa proviene da un brevetto considerato all’avanguardia, volto alla creazione di droni, come anche quelli usati in guerra.  

E solo a partire nei primi due anni infatti, che si ipotizzava una squadra Professional. Il vero intento, era di entrare nel World Tour dal 2025.

Cosa è successo poi? La Drone Hopper non ha più i soldi. Pertanto, solo con le garanzie, non è possibile portare avanti una formazione professionistica di ciclismo. In sostanza, servono almeno due milioni di euro a stagione.

Attenzione. Nonostante ciò, il contratto con la “start up” è ancora in piedi. La guerra degli invasori russi contro l’Ucraina, sta facendo aumentare la richiesta di droni. Ragione per cui, si prospetta un guadagno milionario in casa Drone Hopper, già dal prossimo anno. Purtroppo, va detto che sempre a causa della guerra, l’economia mondiale è in difficoltà.

Ma la passione di Gianni Savio non può, non deve e non vuole fermarsi di fronte a problemi economici. Legati soprattutto all’aumento dei costi energetici: luce e gas. L’alternativa quindi, è di trascorrere un 2023 con una formazioni Continental. I costi scenderebbero da due milioni a 700mila euro annui.

Il progetto rimane lo stesso: far emergere giovani promettenti. In passato Savio vanta di aver portato alla luce molti atleti di talento come Andrea Tafi, Nelson Rodriguez, Romāns Vainšteins. Per non parlare del colombiano Egan Bernal, vincitore di un Tour de France e un Giro d’Italia. Addirittura Savio, è persino riuscito a rilanciare corridori creduti finiti. Vedi Franco Pellizotti, Michele Scarponi e non ultimo, Mattia Cattaneo.

Nel frattempo, resta ancora una probabilità di poter collaborare con uno sponsor importante. Uno di quelli in grado di far restare Savio tra i professionisti. Ad ogni modo, la certezza si avrà dal primo novembre. Non rimane che incrociare le dita e fare il tifo per il ciclismo made in Torino.

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