“Attaccherò su ogni salita per non avere rimpianti. In caso non vincessi, non sarebbe la fine del mondo -. Così Pogacar aggiunge un bel po’ di tenacia alle sue parole, che prosegue -. Ce l’ho già fatta due volte e arrivare secondo a Parigi con la maglia bianca dei giovani, sarebbe un bel risultato. Ora però sto pensando a rimontare e darò tutto”.
A sei tappe dal termine, il successo finale rimane un match a due. Tra i capitani di Jumbo-Visma e Uae-Emirates. La maglia gialla di Parigi, sarà in pratica una lotta tra Danimarca e Slovenia. La prima tappa sui Pirenei, da Carcassonne a Foix (178 km), sembra dare inizio all’ultima battaglia.
A cominciare dalla prima salita Port de Lers, distante 11,4 km al 7%. Protagonista, il caldo, che da sempre caratterizza le tappe pirenaiche. E viste le temperature altissime di quest’anno, l’incidenza sulle gambe dei corridori, pare sia maggiore.
Inoltre c’è anche il Mur de Péguère, situato in Ariège, ai piedi dei Pirenei, nel dipartimento francese dell’Occitania. Il gruppo l’ha scalato dal versante di Massat, che dista 9,3 km al 7,9%. Dislivello totale, 744 metri.
I primi 5,7 km con una pendenza al 6% non ha fatto male agli atleti. Altra faccenda sul Col de Caougnous, lunga poco meno di 4 km, con pendenza media intorno al 12%, e punte al 18%. Qui la fatica l’ha fatta da padrone.
Tuttavia, nel plotone principale, non sono arrivati scossoni dal Mur de Péguère. Merito del ritmo imposto da Sepp Kuss(gregario di Vingegaard), negli ultimi durissimi tre chilometri.
In gara al comando troviamo Hugo Houle (Israel-Premier Tech) con 42″ su Matteo Jorgenson (Movistar), Michael Woods (Israel-Premier Tech) e Michael Storer (Groupama-FDJ). A 7’50” segue il gruppo maglia gialla, pronto ad affrontare gli ultimi tre chilometri a tutta.
Riguardo la lotta per la vittoria di tappa, Hugo Houle (Israel-Premier Tech) conserva 32” su Matteo Jorgenson (Movistar) e Michael Woods (Israel-Premier Tech). All’inseguimento c’è solo Jorgenson, mentre Woods non tira un metro, per fare gioco di squadra in favore di Houle.
Il gruppetto Vingegaard (maglia gialla), viaggia a oltre 6 minuti. Dentro ci sono, Sepp Kuss, Wout van Aert (Jumbo-Visma), Tadej Pogacar e Brandon McNulty (UAE Team Emirates). Geraint Thomas, Daniel Martinez (Ineos-Grenadiers) e Nairo Quintana.
Durante la discesa, Matteo Jorgenson (Movistar), nonostante una brutta caduta e la tuta strappata, riesce a riprendere Michael Woods (Israel-Premier Tech). Infine, Hugo Houle, entra nell’ultimo chilometro tagliando il traguardo in lacrime.
Il canadese, si era imposto di vincere una tappa al Tour de France, in memoria del fratello scomparso dieci anni fa, investito da un auto. Secondo posto per Valentin Madouas (Groupama-FDJ), davanti a Michael Woods (Israel-Premier Tech) e Matteo Jorgenson (Movistar).
Il gruppetto Vingegaard, chiude con un ritardo di 5’45”. Vlasov, guadagna in classifica e sale in ottava posizione. Lo sconfitto di giornata è Romain Bardet. Il transalpino perde cinque posizioni passando da quarto a nono.
Il terzo della generale, Geraint Thomas (a 2’43” dal primato), dice. “Domani e giovedì sarà eccitante vedere il duello Vingegaard-Pogacar, meno eccitante invece cercare di andargli dietro”.
Insomma, la sfida è apertissima con la salita di Peyragudes, e giovedì Hautacam. Dove Nibali mise il sigillo vincendo la quarta tappa del suo Tour trionfale otto anni fa.
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