Al termine della 17° tappa, quando Richard Carapaz va a sedersi sulla poltroncina della conferenza stampa, con volto teso ammette che in questo Giro d’Itala, “a fare la differenza saranno i minimi dettagli”. La risposta a distanza di Jay Hindley non si fa attendere: “ogni secondo conta”, dice l’australiano distanziato 3″ dalla maglia rosa.
Tuttavia, il Passo del Vetriolo e quello del Menador della Ponte di Legno-Lavarone, non hanno sciolto i dubbi: il Giro d’Italia 105 resta ancora orfano di un grande favorito.
L’ultima volta in cui gli attuali capitani di Ineos-Grenadiers e Bora-Hansgrohe hanno preso il via insieme in una grande corsa a tappe, risale al Giro 2019, vinto poi da Carapaz con la Movistar.
E proprio Carapaz spiega che il Giro “è ancora lungo”, che i “distacchi saranno minimi” perché “le forze sono equilibratissime” e che ogni “dettaglio risulterà decisivo”. Insomma, secondo Richard vincerà, “chi saprà gestire meglio la fatica”.
Dal canto suo la maglia rosa continua a ostentare sicurezza: “Quando parlo di minimi dettagli mi riferisco pure agli abbuoni, ma io e la squadra stiamo correndo in maniera intelligente e verso il finale, sento di avere gambe molto buone”.
Così ammette pure Hindley: “Se ci sono sforzi prolungati per diversi giorni di fila il rischio di pagare la fatica è sempre dietro l’angolo, ma avrei firmato per trovarmi in questa posizione. Sono in piena corsa”.
Intanto ieri a far saltare il banco, ci ha pensato il 22enne colombiano Santiago Buitrago, che corre per la Bahrain-Victorious, il team di Mikel Landa (ora terzo a 1’05″).
Domani ci si sfida in Friuli su Kolovrat e Santuario di Castelmonte e se nessuno dovesse prevalere, ci sono i playoff del Fedaia sabato e della crono di Verona domenica. Insomma, la battaglia per la rosa è ancora aperta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA