Pogba è il tipo di giocatore di cui la Juve ha bisogno – una mezzala fisica, con tiro e pericolosità in zona porta – e soprattutto ha uno sponsor decisivo: Massimiliano Allegri. Max lo ha avuto a Torino e ora lo rivuole in città.
La Juve e Rafaela Pimenta, socia storica di Mino Raiola, si rivedranno a giorni, prima della fine della settimana, per parlare di Kean, De Ligt e soprattutto Pogba. L’accordo di massima per il ri-trasferimento del Polpo c’è già, resta da definire qualche dettaglio economico su un contratto da 7,5-8 milioni più bonus.
Oltre al triennale di cui si è parlato in questi giorni, sul tavolo c’è un’ipotesi di un quadriennale, che lascerebbe Pogba alla Juve fino al 2026. Un investimento a lungo termine che, nel bene o nel male, sarebbe centrale per il nuovo ciclo bianconero.
La questione più importante però resta la domanda da 10 milioni di dollari, la grande spada che cammina sulla testa di Pogba.
Pogba nel 2021-22 è arrivato vicino alla doppia cifra negli assist ma ha segnato poco e costruito meno per i compagni. Prendiamo l’ultimo biennio United e l’ultimo biennio juventino per un confronto. Le occasioni create sono scese da 1,57 a 1,41 a partita, i tiri dimezzati da 1,09 a 0,52, i duelli vinti ridotti da 8,83 a 7,96.
Morale: Pogba è stato meno pericoloso e ha giocato in posizioni diverse, da centrale in un centrocampo a quattro oppure da esterno sinistro. In tutto questo, però, il fattore chiave resta la testa. Pogba gioca un calcio allegro, che alterna strappi e improvvisazioni: stare bene, divertisti, giocare nella squadra giusta al momento giusto per lui è troppo importante. Nell’agenda di Allegri allora c’è un appunto scritto in grande: fargli tornare il sorriso.
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