La sventura si è abbattuta sulla Ferrari, su Charles Leclerc e sui milioni di loro tifosi nel momento in cui tutto sembrava persino troppo bello. Il Principino filava via che era una meraviglia, sembrava sparato verso la vittoria. Di più: verso un Grand Chelem, perché era partito in testa e davanti era rimasto sempre, fin lì, al giro 27. Il suo vantaggio era tale che nemmeno la prima sosta per cambiare gli pneumatici lo aveva fatto retrocedere.
L’urlo disperato del monegasco al 27° giro — «No power» — è la colonna sonora di un sogno interrotto. Mani sui capelli, sguardo spiritato dopo aver parcheggiato la «Bestia» imbizzarrita in garage. Aveva già vissuto queste sensazioni all’alba della sua avventura in rosso: Bahrein 2019, un cortocircuito al motore lo aveva privato di una vittoria che aveva in pugno.
Come quella di ieri, ed è stata ancora la power unit a provocare un disastro, ma molto più grande di allora. Non ancora irreparabile, ma preoccupante e pericoloso perché il vantaggio in classifica è svanito in un colpo solo. «Fa male davvero, stavo gestendo senza pressioni e prima non c’erano mai stati problemi di affidabilità. Le gomme si stavano comportando benissimo, non c’era nessun segnale per una cosa del genere» spiega Charles.
Ora Max è in testa alla classifica: in tre soli GP ha riassorbito tutti i 46 punti di svantaggio che aveva nei confronti di Leclerc. E adesso ne ha 6 più di lui. Il tutto in virtù anche del salamelecco a cui è stato costretto Sergio Perez, al comando a meno di 20 giri dal termine, quando i suoi capi gli hanno intimato di lasciar passare il capitano. «Lo faccio per la squadra – ha risposto lui in radio – ma non è giusto, poi dobbiamo parlarne».
Stavolta alla Ferrari, oltre all’affidabilità, è mancata la seconda guida, il podio per Sainz doveva essere il minimo sindacale e invece ci è salito George Russell con la Mercedes. Bravo George, bravo pure Hamilton a rimontare dall’ultimo posto al quinto dopo il contatto iniziale con Magnussen. La Mercedes è tornata nelle zone alte, era sembrata una buona notizia per la Rossa prima del guasto. Adesso che deve rimontare potrebbe non esserlo più.
«Abbiamo vinto grazie alla strategia perfetta studiata dalla squadra», avrebbe comunque detto Max. E se Max Verstappen vince anche così, fermarlo sarà un’impresa titanica. Per essere campioni, si sa, serve anche fortuna: e ieri Max ne ha avuta. Nel senso che difficilmente sarebbe andato a prendere Charles Leclerc. Ma, come sempre, ci ha messo molto del suo. Moltissimo, per sovvertire tutta una serie di magagne che sono cominciate sabato, in qualifica. Quando non ha potuto buttarsi nell’ultimo tentativo della Q3, restando a 3 decimi dal rivale ferrarista, il distacco più consistente da lui patito quest’anno al sabato. Ha avuto problemi col DRS difettoso sulla sua RB18.
Subito dopo aver fermato la macchina in garage, Charles era sereno a parlare di un Mondiale che «sarà ancora lungo». E se tanto ci dà tanto, con tutti i colpi di scena vissuti fin qui, ha ragione a dire così. Ed è vero anche che qui tutti gli sviluppi portati dalla Ferrari hanno funzionato bene. Dunque si può ben sperare. Di più: la squadra si è superata nel weekend, passando dalle difficoltà sul passo e nella gestione gomme paventata venerdì, alla gran qualifica di sabato e a quei bei primi 28 giri di ieri. Ora si tratta di capire che è successo al motore della rossa numero 16, per non soffrire mai più nulla del genere.
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