L’Etna dal versante Pantani sorride a Kämna e Lopez

Dopo la grande partenza estera, il Giro d’Italia torna nel suo territorio naturale. Stavolta la strada si mette in salita e la corsa sembra già emettere i primi verdetti tra i blocchi di lava della prima montagna dell’Etna.

Le grandi asperità del Giro di norma sono così: alcune feroci altre meno. L’Etna, però, il vulcano uguale solo a se stesso, fa eccezione: ha due vette (Rifugio Sapienza e Piano Provenzano) e quattro versanti con altrettanti possibili varianti di scalata. 

La tinta rosa della Sicilia sta diventando una piacevole consuetudine: è la 20a edizione su 105 in cui la più grande isola italiana è toccata dal Giro. La sesta dal 2008, senza dimenticare la recente rinascita del Giro di Sicilia.

La salita odierna è stata molto lunga: 22,8 km, pendenza media 5,9%, massima 14%. I sette versanti fanno parte del Parco ciclistico ideato nel 2018 dall’ex professionista Paolo Alberati. Questo di oggi, partito da Biancavilla, è il versante di sud/ovest, nato nel giugno 2021, intitolato a Marco Pantani.

I primi 12 km sono inediti, si è pedalato tra terrazzamenti, vigneti e alberi di mandorle. Dopo la località Strada Milia, svolta a sinistra, arriva il tratto più duro: 5 km con pendenze medie dell’8,7% e punte del 14%.

Il versante di Ragalna è stato percorso nel Giro 2018, e fu vinto da Chaves su Yates. Da qui si è proseguito ancora per 3,5 km, direzione versante di Nicolosi, strada dedicata ad Alberto Contador, che qui dominò nel 2011 e si vestì in rosa. 

La gara si accende ai meno dieci chilometri dalla vetta. Tra gli uomini di testa cui nutrono un vantaggio di cinque minuti dal gruppo, Juan Pedro Lopez va all’attacco staccando Taaramaee, Vansevenant, Kämna, Moniquet e Leemreize. Lo spagnolo si porta poco dopo a ruota di Oldani che in quel momento stava conducendo al corsa.

Juan Pedro Lopez riprende e stacca poi Oldani: lo spagnolo si porta così solo al comando. Nel tratto più duro della salita, con pendenza media all’8,7% e punte del 14% per quasi 3 km, Lopez guadagna 25″ su Oldani, 42″ su Taaramaee, Vansevenant, Kämna, Moniquet.

Più dietro, perde terreno Leemreize. Il gruppo principale, tirato dalla Ineos-Grenadiers segue a 4’50”. Il forcing della squadra di Carapaz fa staccare uno dei pretendenti per la maglia rosa, Tom Dumoulin. Ricordiamo pure il colombiano Miguel Angel Lopez, altro uomo di classifica, ritirato ad inizio tappa dopo una caduta. 

Più avanti Kämna saluta Vansevenant e Moniquet e si lancia all’inseguimento di Lopez. Il tedesco riprende lo spagnolo ai meno tre chilometri dal traguardo.

Il forcing del Team Ineos fanno allontanare Lorenzo Fortunato e Vincenzo Nibali. Perde contatto dal gruppo dei migliori anche Guillaume Martin. All’ultimo km, Kämna e Lopez si giocano la tappa. Alle loro spalle segue Taaramaee, con un ritardo di 29 secondi. Il gruppo principale è a 3’16”.  

Il duello tra lo Lopez e Kämna vede vittorioso il tedesco. Per lo spagnolo, finito in piazza d’onore, c’è la maglia rosa ad aspettarlo sul palco. Il vincitore di tappa si è saputo gestire nei chilometri finali, senza andare a rispondere subito allo scatto di Juan Pedro Lopez. 

A 2’37” dal vincitore arrivano Carapaz, Bardet, Bilbao, Almeida, Landa, Valverde, Ciccone, Arensman, Hindley, Porte, Kelderman, Sosa, Yates e Carthy. 

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