Il Giro d’Italia, entra in scena con la partenza da Budapest e i missili russi che sfiorano il confine dell’Ungheria. L’edizione numero 105 della corsa rosa, ancora una volta si fa promotore della bici, simbolo di sport e pace.
L’evento ciclistico più bello, lancia così un messaggio di fratellanza tra Paesi. In fondo lo sport ha il potere di abbattere le barriere, i confini, condividere i valori e possibilmente unire i popoli di culture diverse.
Per la quattordicesima volta si parte dall’estero in un gigantesco abbraccio di folla. Come ad ogni vigilia, è solito chiedersi che Giro sarà, consapevoli che gli artisti della bici, saranno ancora una volta gli attori inediti sulle strade della penisola.
Dopo due anni di pandemia, la corsa rosa sembra ripartire in un’atmosfera di normalità. La prima tappa da Budapest a Visegrád è tutto fuorché un antipasto. A 180 km dal traguardo Bais e Tagliani della Drone Hopper-Androni Giocattoli, si avventurano in quello che sarà una lunga fuga.
Il primo traguardo volante del Giro viene vinto da Tagliani che ha la meglio sul compagno Bais. Terza piazza per Nizzolo. Cavendish invece, è costretto a cambiare la bici a causa di un problema meccanico.
Bais e Tagliani della Drone Hopper-Androni Giocattoli vengono ripresi dopo 182 km in avanscoperta ed aver raggiunto inizialmente quasi 10 minuti di vantaggio.
Negli ultimi 300 metri, inizia poi un testa a testa tra Van der Poel e Girmay. L’olandese infine ha la meglio sull’eritreo, conquistando la prima maglia rosa. Alle loro spalle, pochi metri dall’arrivo, Caleb Ewan cade senza però riportare conseguenze.
La prima tappa del Giro d’Italia, finita sulla cresta di uno strappetto a 388 metri sul livello de Danubio, viene quindi aggiudicata dalla stella olandese Mathieu Van de Poel. Maglia bianca di miglior giovane invece, per Girmay.
© RIPRODUZIONE RISERVATA