Juve al Max, la Signora va in finale

Per la Juventus c’è ancora la possibilità di un trofeo. La Juventus raggiunge l’Inter senza troppo penare nella finale di Coppa Italia. Andrà così in scena la rivincita della Supercoppa di gennaio e di tante dispute in campo e fuori.

L’appuntamento dell’11 maggio, quinta finale per Allegri, è il solo modo che ha di portare a casa un trofeo in una stagione da dimenticare. Contro i nerazzurri la Juventus non sarà proprio favorita. Tuttavia contro la Fiorentina, i bianconeri sono riusciti a passare con merito. Vedi il gol simbolo del raddoppio arrivato al 94’ infilato da Danilo. A servirlo è stato Cuadrado, entrato solo nel finale. Anche Dybala va in campo nella ripresa.

Allegri ha tenuto fuori coloro che sanno creare qualche magia, l’impostazione era un’altra, e ha pagato come voleva lui, contando anche il palo di Zakaria e un gol annullato dal Var a Rabiot. Il dato nel possesso palla del primo tempo è sbilanciato per i viola 38-62, e alla fine non cambia.

Davanti alle cordate strette dei bianconeri si piazza un uomo di raccordo, quasi sempre Morata, pronto a raccogliere la respinta corta ed a intendersi con Vlahovic, solo tra i difensori. E quando arriva il lancio liberatorio, i due si fiondano nell’uno contro uno contro i difensori viola, spesso però superando la linea dell’offside.

Se ad Allegri sono rimasti soltanto Danilo e Zakaria come centrocampisti puri, anche la Fiorentina è ai minimi termini in quel settore; senza Castrovilli e Bonaventura, Italiano fa scendere a interno Ikoné, di solito punta alta. Il francese diventa la variabile aggiunta tra trequarti e attacco, perché spesso si alza accanto a Cabral, formando un 4-4-2 o 42-4, oppure si allarga cercando la fuga sulla fascia con rientro. Però proprio da un’azione del genere, fermata, nasce il vantaggio della Juve. Recupero (Rabiot), lancio (Danilo), cross (Morata), gol (Bernardeschi). Ai viola manca anche Milenkovic, indisposto, e c’è l’avvicendamento in porta, che non si registrava da febbraio.

La Fiorentina reduce da sei partite senza sconfitte in campionato, cercava un miracolo oggettivamente difficile, ma non si avvicina neppure all’obiettivo. La Juve in campo chiude ogni varco e colpisce in contropiede. Il gol di Bernardeschi, a metà primo tempo, viene favorito da un’uscita sbagliata di Dragowski. Il raddoppio di Danilo arriva proprio al tramonto della nottata quando lo Stadium è già pronto a festeggiare.

La Fiorentina ha giocato con il baricentro alto e un centrocampista, Ikone, preferito da Italiano a Maleh, allo scopo di aumentare la densità offensiva. Ma l’idea dell’allenatore non trova riscontri sul campo. I viola attaccano piano, favorendo la solida difesa della Juve, che non fa passare niente e prova con i lanci lunghi, costringendo Martinez Quarta e Igor a difendersi due contro due con Vlahovic e Morata. La Fiorentina è anche sfortunata, nell’avvicinamento alla partita perde Milenkovic, il suo miglior difensore, per un attacco di gastroenterite.

Allegri sceglie una squadra più solida e meno fantasiosa rinunciando in partenza alle percussioni di Cuadrado e al genio, per la verità appassito, di Dybala. Bernardeschi e Rabiot sono gli esterni nel 4-4-2 con Danilo vertice basso. Le occasioni di una partita molto tattica e poco spettacolare sono quasi tutte dei bianconeri. 

Il secondo tempo i bianconeri verticalizzano il gioco: con Zakaria la Juve potrebbe chiudere ogni discorso ma il suo tiro picchia sul palo. Anche con Callejon terzino e Piatek secondo centravanti, la Viola non sfonda, anzi subisce il colpo di Danilo. Fiorentina e Juventus si rivedranno all’ultima giornata di campionato: potrebbe essere una passerella da applausi o una finale per l’obiettivo europeo, dipenderà da loro. Ma prima la Juve passerà dall’Olimpico per provare a agguantare la Coppa Italia.

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