La Freccia Vallone, come descritto da Roger De Vlaeminc, è “una corsa pazza per pazzi, aperta a qualsiasi tipo di risultato”. Tuttavia, da quando in cima l’arrivo della Classica delle Ardenne è subentrato il Muro di Huy, le cose sono un po’ cambiate.
Per anni il Muro di Huy è stato sfidato con coraggio, da corridori sempre pronti ad andare all’attacco. Distante un chilometro e 300 metri, con una pendenza media quasi al 10 per cento e punte al ventisei, si tratta in pratica di una rampa da camosci in bicicletta.
La Gara:
A sette chilometri dal termine, in gruppo si combatte per le posizioni di testa: vedi la spallata di Alaphilippe nei confronti di Tim Wellens (Lotto-Soudal) che non gli lascia spazio di manovra. E sulla Cote de Cherave, la Cofidis tenta di fare l’andatura.
Al termine della salita, Soren Kragh Andersen (Team DSM), prova ad allungare in discesa, raggiungendo Vansevenant e Rochas. Quest’ultimo poi perderà terreno. Si forma così una coppia di testa con Kragh Andersen e Vansevenant. I due prendono una decina di secondi di vantaggio sul gruppo.
All’ultimo chilometro, sul muro di Huy, il campione del mondo Alaphilippe resta chiuso nel gruppo, mentre a tirare c’è la Movistar. Lo sloveno Pogacar tenta di emergere ma non ce la fa. Parte Dylan Teuns con dietro Valverde. Lo spagnolo, che tra poco compirà 42 anni, prova a superare Teuns ma senza riuscirci.
Vince Teuns, colui che è stato il primo ad accendere la miccia ai 300 metri dall’arrivo davanti a Valverde. Il podio viene completato da Aleksandr Vlasov (Bora-Hansgrohe), quarto Julian Alaphilippe avanti a Daniel Martinez (Ineos-Grenadiers). Termina dodicesimo Tadej Pogacar, piantato a 300 metri dal traguardo.
Si chiude quindi con un secondo posto la storia d’amore tra Alejandro Valverde e la Freccia Vallone, lui che su queste strade ha vinto per ben cinque volte. Il decano della Movistar ha già annunciato che questa sarà la sua ultima gara.
Don Alejandro conosce davvero il Muro di Huy come il corridoio di casa. Nessuno nella storia ha segnato come lui l’iconico traguardo in salita della Freccia Vallone, la classica delle Ardenne che oggi ha mandato in scena l’edizione numero 86, con il gran finale terzo e ultimo passaggio sul Muro o «Chemin des Chapelles». Ne è diventato quasi un sinonimo: ha vinto cinque volte (più tre secondi posti e un terzo).
Valverde ha vinto la prima volta nel 2006 – le altre quattro sono state consecutive, dal 2014 al 2017 – quando per esempio Filippo Pozzato e Fabian Cancellara vincevano Milano-Sanremo e Parigi-Roubaix: sono nati un anno dopo di lui (1981) e da un pezzo non sono più in gruppo. Valverde, no: a cinque giorni dal 42° compleanno, è ancora lì che lima.
Il murciano della Movistar ha impresso a fuoco le Ardenne del Belgio e non poteva certo perdersele, dopo il ritiro al Catalunya di fine marzo: oggi alla Freccia Vallone eguaglia il record di partecipazioni, 16. Domenica sarà di scena alla Liegi-Bastogne-Liegi già sua quattro volte, e in nessun caso lo si potrà togliere dai pronostici perché è ancora molto competitivo. Poi a maggio sarà tempo di Giro d’Italia: lo aveva corso solo un’altra volta, nel 2016: una tappa, terzo posto finale. Lo aveva amato. E ha scelto di non mancare l’ultima occasione che aveva per esserci. Ma va bene lo stesso. “El Imbatido” è ancora lì a giocarsi le vittorie come fosse ancora un ragazzino.
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