La Dea esce di scena: Atalanta fuori dall’Europa League

Il cuore non basta. L’Atalanta saluta l’Europa League a un passo dalle semifinali in una partita che è lo specchio della sua stagione: bravina fuori casa, fragile davanti alla sua gente. Il 2-0 del Lipsia, grazie alla doppietta dell’imprendibile Nkunku, è l’ottavo passo falso dentro il Gewiss, quello che cancella i sogni dei bergamaschi. L’applauso della curva Nord a Gasperini non cancella la delusione,compresa quella dell’americano Pagliuca, il nuovo proprietario seduto in tribuna accanto ai Percassi.

Il Lipsia ha vinto nettamente e meritatamente: 2-0. Un gol per tempo dello scatenato Nkunku che già si era procurato il rigore all’andata. L’Atalanta ha attaccato tanto, ma in modo confuso. Un triste girovagare attorno all’area senza trovare mai la scintilla buona: neppure una vera occasione da gol in tutto il match. Una difficoltà offensiva e creativa che si prolunga. Boga, che avrebbe dovuto aiutare la rifinitura, gioca con la serenità di chi ha trovato un buon posto di lavoro e può tirare il fiato.

Malinovskyi, disordinato e pasticcione, ha interrotto il suo percorso di crescita. Zapata è tornato, ma è in ritardo. In 6 anni di Gasp, il rendimento degli esterni non è mai stato così scadente. E le fasce sono sempre state una miniera di assist e di gol. La condizione atletica generale non sembra brillante. Vedi Freuler. Per tutte queste ragioni, oggi l’Atalanta è lontana parente della squadra che segnò 90 gol nel campionato scorso. 

Subito Malinovskyi, Boga e Zapata. Gasp suona la tromba e manda la Dea alla carica. Al 5’ Zappacosta telefona in porta. Ma si capisce presto che il trombettiere si aspettava ben altro slancio. La palla comincia a rotolare in orizzontale lungo il perimetro tedesco, davanti a linee strette, senza che nessuno riesca a imbucarla o a “fiondarla” verso la porta. Molle Boga. 

Zapata fatica a stoppare e a difendere palla. Malinovskyi riesce ad aprirsi qualche finestra di tiro, ma non si capisce perché non ci provi. Pochissima qualità dagli esterni. Poca brillantezza atletica. Lo si capisce dalla fatica che fa la Dea a riempire l’area quando riparte da lontano e, ancora di più, da come arranca Freuler sullo scatto a tutta fascia di Laimer al 18’. L’austriaco assiste Nkunku che brucia Hateboer e mette in rete: 1-0.

Nella ripresa la situazione non cambia, anzi peggiora. L’Atalanta, confusa, disordinata, mai rabbiosa non crea mezza occasione. A nulla servono l’ingresso di Muriel e il cambio di modulo: 3-4-1-2. Il Lipsia gestisce senza spettinarsi e cova la ripartenza definitiva che arriva al 42’. Il solito Nkunku impone a Musso e realizza il rigore del 2-0. Sipario, mentre il popolo bergamasco, grato, regala agli eroi stanchi e sconfitti un’ovazione commovente e sacrosanta.

L’Atalanta è fuori. Ora serve uno scatto in campionato per dare un senso alla stagione più grigia dell’era Gasperini: «Abbiamo 7 partite da giocare e possiamo vincerne tante», rilancia l’allenatore. Bergamo si fida ancora di lui.

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