Vlahovic piace ai tifosi bianconeri, perché ha conservato l’umiltà del ragazzo di provincia nonostante i 70 milioni (più bonus) spesi dalla Juventus per portarlo a Torino.
La Juve ha compiuto un salto in alto da seguire con attenzione, e non soltanto per il buon pareggio conquistato in Spagna, ma perché lo ha raccolto al termine di una prestazione che per più di un’ora è stata convincente.
Alla fine il risultato è giusto: i bianconeri martedì hanno fatto bene nel primo tempo, mentre il Villarreal si è risollevato nella ripresa e ha raggiunto l’1-1.
D’altronde la Champions è il teatro in cui si esibiscono i migliori, un luogo magico ma allo stesso tempo pieno di pericoli. Ci vogliono nervi saldi e gambe che non tremano, talento e testa, muscoli e cervello. Tutte qualità che non basta avere, ma bisogna tirare fuori al momento giusto.
La carrozza bianconera avanza così piano col pareggio di Villarreal, contro una squadra che tornava agli ottavi di Champions dopo tredici anni. Ma grazie al debutto fulminante di Dusan Vlahovic, il volto di Madama sembra comunque un altro rispetto alle esibizioni di Madrid (ko 2-0 con l’Atletico), Lione (1-0) e Oporto (2-1) negli ultimi tre ottavi in trasferta.
La volata per la qualificazione, fallita con Allegri in panchina solo una volta contro il Bayern di Guardiola, resta aperta e scivolosa, considerato che il gol in trasferta non vale più doppio.
Ma con il rientro di Dybala per la gara di ritorno contro il Villarreal (16 marzo), la Juve può risolvere il problema principale visto anche in Spagna, quello cioè di servire a Vlahovic altri pacchi regalo da infiocchettare e scartare davanti al portiere.
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