Per 75 minuti l’Inter se l’è giocata alla pari, soffrendo in alcuni tratti, ma ribattendo attraverso le sue occasioni, prendendo una clamorosa traversa, sbagliando qualche scelta e persino qualche ultimo passaggio in fase offensiva. Ma i nerazzurri per 90 minuti, hanno sempre tenuto la partita in perfetto equilibrio.
Inzaghi non può certo essere felice: chi perde non deve mai esserlo. Però la sua Inter ha fatto quello che doveva e poteva. Contrapporre in questo momento Simone a Klopp o l’Inter al Liverpool non è giusto né corretto. Le differenze esistono, purtroppo.
Firmino, la mossa di Klopp dopo l’intervallo, e quel colpo di testa all’indietro nell’angolo più lontano. Salah, l’incubo peggiore, si sveglia all’improvviso dal torpore e con una rasoiata da centro area ipoteca la qualificazione dei Reds ai quarti di finale della Champions. Un uno-due terribile nel giro di otto minuti.
Il Liverpool ha mostrato di avere qualcosa in più: classe, esperienza, solidità mentale. Nel momento più difficile risorge come solo le grandi squadre sanno fare, vincendo la settima partita consecutiva in Champions, la terza in Italia, la seconda a Milano dopo quella con il Milan nel girone di qualificazione. La banda di Inzaghi ha cuore, anima, orgoglio. Resiste sin che può: le incursioni di Perisic, il genio di Calhanoglu, i colpi di Vidal. Non è poco. Ma non basta. I quarti della Coppa con le grandi orecchie sembrano stregati.
Ad Anfield non basterà un’impresa. Servirà qualcosa di più per rimontare due gol al Liverpool nella sua tana. Peccato, però, perché la vittoria con doppio scarto degli inglesi nasconde la verità del match, come la nebbia che ieri ha pascolato a San Siro. Una bella Inter, meritava di più. Ha tenuto testa ai Reds in un primo tempo equilibrato e li ha messi sotto nella ripresa con una ventina di minuti di ottimo calcio. Perisic e Calhanoglu su tutti.
Resta però la conferma che il divario con la Premier è difficile da colmare. L’Inter ha poco da rimproverarsi: soffre la partenza fulminante dei rossi. Tuttavia ci prova ancora e sino all’ultimo maledetto quarto d’ora sono nerazzurre le occasioni migliori, compresa una traversa di Calhanoglu nel primo tempo.
Insomma, le prestazioni dicono che ieri l’Inter per 75 minuti non ha mai sfigurato. Ma se, come è prevedibile, l’Inter dovesse uscire, avrà modo di dedicarsi senza più distrazioni all’obiettivo reale di questa stagione: rivincere il campionato.
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