Niente Giro d’Italia per la Vini Zabù. La squadra di Luca Scinto e Angelo Citracca, in meno di un anno ha avuto al suo interno ben due casi di doping. Non ultimo il team è stato colpito dalla positività per epo, riscontrato in un controllo al corridore Matteo De Bonis. L’altro atleta coinvolto qualche mese fa invece si tratta di Matteo Spreafico, beccato durante il Giro d’Italia nell’ottobre scorso. Il 27enne comasco venne così trovato positivo all’ostarina, un anabolizzante “alternativo”. Ad ogni modo, il prossimo 21 aprile sul caso De Bonis, si pronuncerà la Commissione disciplinare dell’UCI, il quale potrebbe sospendere il team, con sede a Pistoia, fino a 45 giorni. Intanto Rcs Sport ha comunicato che al posto della Vini Zabù al prossimo Giro d’Italia parteciperà l’Androni-Sidermec, la formazione diretta da Gianni Savio.
A questo punto, la scelta presa dal direttivo della squadra sponsorizzata dall’imprenditore abruzzese Valentino Sciotti, anticipa una decisione che forse sarebbe stata confermata a giorni, proprio dall’Unione ciclistica internazionale.
Dunque signor Sciotti, la Vini Zabù ha scelto di non partecipare al Giro d’Italia.
<< In proposito sono davvero intenzionato a dare un forte scossone al sistema del doping, anche se marginalmente inquina l’immagine dello sport che amo. Sia chiaro che il sottoscritto per primo, insieme ad altri collaboratori, siamo le vittime. Pertanto abbiamo ritenuto lecito, tramite questa decisione, di dover lanciare un forte messaggio al mondo del ciclismo. Un annuncio che sia d’insegnamento nei confronti degli atleti e che ancora oggi credono di poter prendere scorciatoie barando. Ma quando poi si gioca sporco, a rimetterci, sono le persone oneste >>.
Però se tutti gli altri sono estranei a questo fatto, perché punire la squadra intera?
<< Affinché questo episodio increscioso possa trasformarsi in un efficace strumento di lotta, allo scopo di debellare le organizzazioni che commerciano sostanze vietate. In pratica, ritengo che la cosa non sia affatto una punizione verso nessuno del team, ma è una concreta opportunità, in grado di divenire parte di un messaggio chiaro. E cioè, che lo sport del più forte, non è quello del più furbo >>.
Si tratta perciò di una decisione etica?
<< Soprattutto. Coloro che decidono di violare i principi di uno sport sano attraverso l’assunzione di sostanze proibite, danneggiano non solo loro stessi o l’intera squadra di appartenenza, ma l’intero mondo del professionismo. Il ciclismo al giorno d’oggi, non può essere minimamente associato al doping >>.
Come si sente?
<< Da un punto di vista morale triste e anche un po’ incazzato. Come imprenditore deluso, dato che per me aver investito nel ciclismo, non ha portato ad un guadagno d’immagine. Anzi, sotto questo aspetto si è rivelato un fallimento >>.
Verrà citato De Bonis per danno d’immagine?
<< C’è la necessità che l’atleta Matteo De Bonis collabori fattivamente con gli organi inquirenti, affinché questo episodio possa trasformarsi in un efficace strumento di lotta per debellare le organizzazioni che commerciano sostanze vietate. Qualora De Bonis farà nomi e cognomi non verrà citato per danno d’immagine. In caso contrario, allora mi impegnerò in prima persona per insegnargli una importante lezione di vita >>.
Esistono altri indagati nel direttivo del team?
<< L’indagine sui vertici del team è un atto dovuto. Tuttavia, vi è l’assoluta certezza circa una reale correttezza da parte di chi, è soltanto vittima della propria buona fede >>.
C’è ancora l’intenzione di continuare a collaborare con il manager Angelo Citracca?
<< Sinceramente non saprei. Nel frattempo rispettiamo il contratto di sponsorizzazione che dura fino al 2021 >>.
Rcs Sport intanto ha girato il vostro invito di partecipazione al Giro d’Italia al team Androni.
<< Sono felice che Rcs abbia scelto una squadra italiana e che tra l’altro in gara diverte il pubblico mandando i propri atleti in fuga. A Gianni Savio rivolgo un grosso in bocca al lupo per il Giro d’Italia >>.