Nella frazione dei Prati di Tivo, lo sloveno Pogacar conquista la tappa e strappa la maglia di leader a Van Aert
La corsa dei due mari targata 2021, da Lido di Camaiore a San Benedetto del Tronto, è un firmamento di stelle del pedale senza paragoni e forse anche senza precedenti. La gara organizzata da Rcs Sport/Gazzetta ha un pregio, tra tanti: in 7 giorni dà spazio agli scalatori e ai cronoman, ai velocisti e ai finisseur. Insomma, è la migliore riproduzione possibile in piccolo: 1 settimana al posto delle 3 appartenenti ai grandi giri. E oramai si può dire che la Tirreno – Adriatico vive di luce propria e lungi dall’essere un semplice avvicinamento alla Milano – Sanremo: la Classica di primavera in programma sabato 20 marzo.
La nobiltà dei vincitori delle ultime 10 edizioni (dal 2011) lascia senza fiato: a partire da Cadel Evans a Nibali, da Contador a Quintana, passando per Van Avermaet, Kwiatowski, Roglic e Simon Yates. A questa Tirreno – Adriatico se si va a pescare l’elenco dei partenti, troviamo davvero la crema. Come il campione in carica Yates, ma anche Van Aert, vincitore della prima tappa: quella dove il fiammingo a Lido Di Camaiore, ha regalato una impressionante esibizione di forza trionfando in volata a oltre settantadue chilometri orari. E poi c’è lui, l’asso pigliatutto Julian Alaphilippe, che con una volata regale è riuscito a far sua la frazione da Camaiore a Chiusdino, davanti al fenomeno olandese campione di Mtb, ciclocross e ciclismo su strada, Mathieu Van der Poel. Quest’ultimo però, si è preso la rivincita il giorno seguente, dando vita ad un vero e proprio show in volata sul traguardo di Gualdo Tadino.
La tappa da Terni ai Prati di 148 km ha visto entrare in scena per la prima volta il tanto atteso duello tra Tadej Pogacar ed Egan Bernal, 22 e 24 anni, ultimi due vincitori del Tour de France. Una sfida di fatto mancata nel 2019: Pogacar non era al Tour vinto da Egan. Per la cronaca, il colombiano in quel periodo non disputò la Vuelta in cui lo sloveno chiuse 3° posto, mentre all’ultima Grande Boucle, Bernal non stava bene ed è stato costretto al ritiro. In realtà i due hanno cominciato ad annusarsi sabato alla Strade Bianche contro i giganti delle classiche e si sono fatti onore: 7° per lo sloveno e gradino più basso del podio al colombiano. Riguardo la quarta tappa della Tirreno-Adriatico, ai meno tre km all’arrivo, Egan Bernal dopo una serie di attacchi, va in crisi e perde la ruota dei migliori. Al contrario Pogacar, che al passaggio di Pietracamela, prima si toglie di ruota Geraint Thomas e con uno splendido assolo sul finale va a precedere Simon Yates, conquistando la tappa e la maglia azzurra di leader.
LA GARA:
La partenza da Terni vede strade deserte, scuole chiuse e tanta gente lungo il percorso. Sin dai primi chilometri, la corsa entra nel vivo con una fuga composta inizialmente da cinque corridori: Mattia Bais, Marco Canola, Benjamin Thomas, Emil Vinjebo e Mads Wurtz Schmidt. Il gruppo di 165 unità è costretto ad inseguire con quasi cinque minuti di ritardo. Ai piedi della salita è il danese Schmidt che prova ad andarsene. Più dietro il plotone viene trainato da Filippo Ganna che cerca di spianare la strada ai suoi due capitani, Thomas e Bernal. Nel frattempo l’abruzzese Giulio Ciccone accenna un timido attacco, mentre il suo compagno di squadra Vincenzo Nibali, perde la testa della corsa. Bernal e Thomas si alternano in una serie di scatti. Sarà poi il gallese a guadagnare terreno dai primi. Ma il passaggio a Pietracamela si rivela una rampa decisiva, tanto da far rompere gli indugi. Il 22enne Pogacar raggiunge così Thomas e subito dopo lo lascia sul posto. Più dietro la maglia azzurra Van Aert è costretto a fare tutto da solo, mettendosi a tirare davanti al gruppetto principale composto da otto uomini. L’obiettivo per il fiammingo è cercare di perdere il meno terreno possibile dal 22enne sloveno. Gli ultimi tre km Simon Yates prova a riprendere la ruota di Pogacar, ma oramai è troppo tardi. Il nuovo leader della generale, copre dunque 15 km di scalata in 36 minuti, mostrando di essere un vero fuoriclasse, sia per come ha gestito l’attacco in solitaria, soprattutto per come ha saputo tenersi a debita distanza il britannico Yates.
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