La bicicletta è di sicuro un mezzo divertente, tra l’altro senza costi aggiuntivi e che al tempo del coronavirus, consente pure il distanziamento sociale. Pertanto, non c’è da meravigliarsi se l’utilizzo del velocipede è aumentato vertiginosamente su tutto il pianeta.
La richiesta di bici sul mercato poi, è talmente cresciuta, che diversi artigiani faticano a produrre nei tempi prestabiliti.
In pratica, dal momento in cui la pandemia da Covid ha iniziato a prendere piede, ci si trova davanti ad un vero boom di ciclisti, mai visto prima.
A questo proposito, la National Association of City Transport Officials (NACTO), afferma che in molte città americane, vi è una sorta di “esplosione del ciclismo”.
La Eco Contatore poi – società specializzata nei sistemi di conteggio dedicati ai pedoni e ciclisti – riferisce che il numero di biciclette nel mondo è “aumentato in modo significativo”. Non a caso nelle ultime due settimane, ha rilevato negli Stati Uniti una crescita di vendita delle bici, oltre il 100%.
I periodi più affollati dai ciclisti però, sono i fine settimana. Tanto da suggerire un’impennata delle vendite del mezzo a pedali, unicamente per scopi ricreativi. Ad ogni modo, non sono solo i ciclisti del week-end a prendere d’assalto le strade di città. Gli esperti infatti, affermano che il lockdown, sta attirando nuove persone, in particolare quelle famiglie desiderose di intrattenere i figli irrequieti.
A parte ciò, il dato più eloquente sul bike sharing, afferma come la bici stia oramai diventando per molti lavoratori, un’alternativa al trasporto pubblico.
E in un periodo assai difficile, la bicicletta può addirittura raffigurare il simbolo della libertà: un’opportunità per spostarsi velocemente in città, senza magari tralasciare il gusto di osservare quei luoghi che si stanno attraversando.
Se la tendenza attuale dovesse continuare, allora si prevede un’estate da record per il ciclismo. D’altronde, alcune metropoli in Italia dopo il lockdown, hanno approfittato della diminuzione del traffico grazie al divieto di circolazione delle auto, appunto per rendere le strade meno pericolose ai ciclisti.
Tuttavia, rimane un interrogativo: fino a quando durerà l’entusiasmo verso il ciclismo, prima che le automobili torneranno a riemergere al termine della pandemia?
© RIPRODUZIONE RISERVATA