Covid-19, il cicloturismo in Europa perde 45 miliardi

Il cicloturismo da tempo, è divenuto nel vecchio continente, un indotto economico con elevatissimi introiti monetari. Nell’ultimo periodo poi, solo in Italia, la presenza annuale di turisti a due ruote, è accresciuta di molto, grazie alle numerose attrattive paesaggistiche del Bel paese.

Pertanto, l’universo della bicicletta, passa soprattutto attraverso l’aumento di qualità dei servizi, che hotel e negozi offrono ai ciclisti più esperti, senza ovviamente tralasciare quelli dell’ultima ora. 

Senza troppi giri di parole, anzi di pedali, il cicloturismo più che una semplice passione “alla moda”, rappresenta in Europa un giro di affari stimato intorno ai 45 miliardi di euro. Dunque, molto al di sopra dell’indotto del mercato delle crociere, che è di poco superiore ai 39 miliardi di euro.

Tuttavia l’Italia, con soli 3 miliardi di euro d’affari delle vacanze su due ruote, non occupa le prime posizioni della classifica europea. A ciò, si aggiunge l’emergenza coronavirus, il quale ha impedito al Paese la possibilità di richiamare i cicloturisti. E questo, a svantaggio dell’economia locale. 

Eppure, fino ai primi di febbraio del 2020, si era fatto tanto per mantenere il trend di crescita del settore. Con la creazione di appositi impianti e servizi, mediante importanti investimenti governativi e regionali. Vedi ad esempio lo stanziamento di 361 milioni di euro, per l’implementazione del Sistema Nazionale delle ciclovie turistiche. 

Probabilmente quest’anno, migliaia d’appassionati non torneranno a macinare decine di chilometri al giorno, per il semplice gusto di viaggiare. Cicloturisti insomma, spinti dal desiderio di esplorare località sconosciute. 

La piccola e silenziosa rivoluzione della vacanza in bicicletta al momento, è ferma. E un numero crescente di cicloturisti, con in cuore l’obiettivo di godersi splendidi scenari, per adesso sono assenti.

Speriamo che montagne, laghi, coste marittime e zone collinari, torneranno ad essere presi d’assalto dai tanti ciclisti. E che magari alberghi, ostelli, pensioni, potranno di nuovo offrire ai cicloturisti, esperti o meno, importanti servizi, con l’obiettivo di rilanciare l’economia nazionale, dove si appoggia per gran parte, sul turismo.

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