Dal mese prossimo nella Capitale, verranno inserite sedicimila bici nuove con postazioni fisse e controlli elettronici
Che nell’intellettuale di una moderna cittadina, il bike sharing abbia impregnato di sé ogni esperienza di trasporto sostenibile – stravolgendo in meglio intere porzioni di centri urbani – è oramai sotto gli occhi di tutti. Accolto in molti Paesi d’Europa, tra cui l’Olanda, come uno dei caratteri più prestigiosi dell’identità nazionale, in altri Stati tipo l’Italia, il bike sharing rimane ancora inaccessibile in alcune aree: nelle quali ha riscontrato difficoltà di spazio.
Un esempio deriva dalla OBike sperimentata a Roma, con più bici lanciate nel Tevere che in strada. Il Campidoglio però ha deciso di riprovarci un’altra volta ritentando la via del bike sharing.
Pertanto il Comune è intenzionato a cercare <<soggetti interessati a svolgere il servizio>> per i prossimi tre anni e in grado così di mettere in strada 16 mila biciclette.
A patto che il flusso questa volta sia meno libero e più decoroso: a Roma Servizi per la Mobilità è stato chiesto di individuare parcheggi in qualità dove lasciare <<obbligatoriamente>> le bici in condivisione. Le operazioni di noleggio vengono poi monitoriate tramite dispositivi elettronici. Dunque, coloro i quali desiderano usufruire del servizio, dovranno munirsi di una speciale tessera da esporre alle apposite colonnine del bike sharing.
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