La bicicletta è utile anche contro le malattie neurodegenerative?

La bicicletta aiuta i malati di Parkinson a mantenere l’equilibrio e migliora il tono muscolare, riducendo il rischio di cadute

Sempre più studi confermano che l’attività fisica – ginnastica, danza, corsa, ciclismo – è un aiuto importante per coloro i quali sono geneticamente predisposti a malattie tipo il Parkinson. Una ricerca del dipartimento di Neurologia dell’università di Oxford, mostra perciò come la cyclette, sia in grado di aiutare diversi pazienti ad acquisire resistenza e mantenere la fluidità del movimento. Altri studi invece, confermano che una tale disciplina sportiva, può solo migliorare l’equilibrio e il tono muscolare, fino a prevenire le cadute.

Ovviamente la bicicletta non cura i sintomi, ma chi pratica ciclismo ha un’andatura più sicura, col vantaggio di ridurre il rischio di cadere rispetto a chi fa solo stretching. Tesi dunque confermata da molti responsabili del settore di ricerca, in cui viene stabilito come i malati di Parkinson prestati a questa attività fisica, trovano poi la capacità di rallentare il progresso della malattia stessa.

Secondo uno studio del 2011 su Physical Therapy, la bici aiuta a migliorare la qualità di vita anche in pazienti di livello medio-grave, con risultati duraturi. Mentre una ricerca recente della Mayo clinic, pone in grande risalto l’utilità di un esercizio energico aerobico. Oltre ai vantaggi fisici dovuti ad un allenamento continuo, il ciclismo trasmette un effetto positivo sull’umore, aiuta a combattere la depressione e in alcuni soggetti, ha addirittura una efficacia migliorativa dal punto di vista cognitivo.

Altri studi mostrano altresì la validità della bici in grado di dare ai malati di Parkinson, molti benefici definiti sorprendenti, soprattutto sul fattore dell’equilibrio e della coordinazione del movimento.

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