Il ciclista solarolese consegna il testimone a Guido Messina
La maglia rosa più vecchia, quella che fino a l’altro ieri era presente nel Belpaese se n’è andata. Giuseppe Minardi, meglio conosciuto come “Pipaza”, classe 1928 nato a Solarolo, a novant’anni è salito in sella alla bici, salutando per sempre la sua Romagna.
Innamorato della bicicletta all’età di 7 anni, Giuseppe si fa subito notare dalla Ciclistica Solarolese. A 19 anni ottiene il primo successo a San Bernardino di Lugo, nel ravennate. Un traguardo che gli consente di passare alla Vilco: squadra bolognese di grande livello. Nel 1949 tra i dilettanti, vince la Milano-Rapallo e il Trofeo Matteotti. Nello stesso anno, approda tra i pro con la Legnano. Conclude la sua avventura tra gli eroi del ciclismo in forza alla Leo – Khlorodon, nel 1958.
Atleta leale e generoso, quando c’era da spingere “Pipaza” non si tirava mai indietro. Pronto ad imporsi in gara con il giusto colpo di pedale, per Minardi gli anni d’oro iniziano a cavallo tra il 1951 e il 1956. Nel 1952 si aggiudica un Giro di Campania, il Giro della Romagna e il Giro di Lombardia. Sono state sei invece le vittorie di tappa al Giro d’Italia: Pescara (1951), Genova (1952), Roma (1953), Taormina (1954), Cervia (1955), Rimini (1956). Nel 1954 ebbe persino l’onore di indossare la maglia rosa per tre giorni (vedi la foto con Fausto Coppi). E dopo il successo di Taormina, “Pipaza” si ritrova primo della generale. Ma nella immediata frazione, l’olandese Voorting in coppia con Van Steenbergen, gli rifila più di 20 minuti. Di fatto Minardi, rimase frenato dalle tattiche dei rivali. A vincere la Corsa Rosa fu poi lo svizzero Carlo Clerici, riuscendo a ribaltare l’ordine di classifica durante la Napoli – L’Aquila.
Per quanto ne uscì deluso da quella sconfitta, “Pipaza” non si è mai rassegnato all’idea di vincere una grande corsa a tappe, continuando così a pedalare con il solito entusiasmo. In seguito ad alcuni guai fisici che gli impedirono di competere da capitano, Minardi decise di smettere nel 1958. Al suo posto subentrò Ercole Baldini, soprannominato all’epoca il “Treno di Forlì”. Un momento sportivo considerato tuttora dagli appassionati di ciclismo, come un passaggio delle consegne. Transizione che ancora adesso si ripete col rimettere il primato della maglia rosa più vecchia a Guido Messina. Quest’ultimo olimpionico a Helsinki nel 1952 del quartetto e cinque volte iridato nell’inseguimento su pista. Vincitore della prima tappa del Giro a Torino nel 1955. Il siciliano di 85 anni, ha dunque un compito assai arduo. Ossia cercare di mantenere il più a lungo possibile la propria leadership, contro un avversario davvero implacabile: il tempo.
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